Denti inclusi: prevenzione, diagnosi, terapie e prognosi

15d

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15d. Pz. C.M. 13,6 anni. Radiografia endorale dopo il posizionamento della minivite ortodontica. Forza ortodontica bondata direttamente alla superficie di 4.7.

Inclusioni dentarie

Canino superiore

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La prevalenza dell’inclusione del canino superiore è dello 0,2-2,8%, è più frequente nelle femmine e l’inclusione è più spesso palatina che vestibolare (85% vs 15%). In letteratura sono emerse due teorie eziopatogenetiche dell’inclusione palatale11,18,19:

  • guidance theory: l’inclusione del canino è dovuta alla perdita della guida fornita dall’incisivo laterale;
  • genetic theory: l’inclusione canina è parte di un set genetico che determina una serie di anomalie dentarie.

L’inclusione vestibolare viene invece ricondotta a uno dei seguenti fattori11,18,19:

  • ridotto sviluppo del mascellare superiore;
  • discrepanza dento-alveolare;
  • macrodonzia relativa;
  • dislocamento primario del germe dentale (probabilmente in seguito a pattern genetico anormale);
  • incisivi laterali anomali (comune all’inclusione palatale);
  • sviluppo normale, rallentato oppure accelerato della dentatura.

Trattamento
La gestione del canino superiore incluso è
quasi sempre complessa e la scelta delle
modalità terapeutiche da adottare scaturisce
dalla valutazione di più fattori9:

  • età;
  • durata della terapia;
  • condizioni cliniche e sistemiche;
  • compliance;
  • prognosi.

Le alternative terapeutiche adottabili sono qui di seguito elencate.

  • Trattamento ortodontico precoce: recupero del dente non erotto correggendo esclusivamente l’anomalia dento-alveolare responsabile della ritenzione. Questa terapia presuppone che il dente sia ritenuto, abbia ancora potenziale eruttivo e presenti sede, posizione e inclinazione che gli consentano un regolare decorso eruttivo. Deve, inoltre, essere in prossimità della cresta alveolare e non avere anomalie morfologiche corono-radicolari. Il trattamento intercettivo rappresenta la strategia terapeutica più vantaggiosa in quanto permette spesso di evitare una terapia ortodontico-chirurgica più lunga e costosa. Ogniqualvolta, quindi, l’odontoiatra rilevi segni precoci di distopia del canino è indicata la pianificazione di una terapia ortodontica intercettiva volta alla normalizzazione del tragitto eruttivo. In letteratura le terapie maggiormente accreditate a tale scopo sono l’estrazione del canino deciduo associata o meno all’estrazione dei primi molari decidui; l’incremento di spazio in arcata sia trasversalmente che sagittalmente mediante, rispettivamente, l’espansione mascellare o l’utilizzo della trazione extraorale associati alle estrazioni dei decidui5,8,20 (Figure 4a-4c).
  • Recupero chirurgico-ortodontico: consiste nell’applicazione di una trazione ortodontica sul dente incluso o ritenuto. È indispensabile che le anomalie di sede, inclinazione e posizione siano tali da consentire l’esposizione chirurgica della corona, l’applicazione di un attacco ortodontico o bracket o di un altro tipo di ancoraggio e che sia possibile, mediante l’applicazione di forze ortodontiche, l’estrusione dell’elemento interessato (Figure 5a-5f ).
  • Trattamento chirurgico conservativo: risoluzione del quadro anatomopatologico responsabile della ritenzione (per esempio, rimozione di cisti od odontomi) (Figure 6a-6b).
  • Trattamento chirurgico radicale: consiste nell’avulsione dell’incluso ed è indicato in presenza di denti ritenuti o inclusi che per gravi anomalie di localizzazione, inclinazione e posizione, o per alterazioni morfologiche di notevole entità, non possono essere reintegrati nella loro funzione. È inoltre indicato nei casi in cui vi siano complicanze meccaniche, flogistiche o nervose che controindicano la preservazione dell’elemento.
  • Nessun trattamento: se il dente incluso non è recuperabile, è privo di complicanze cliniche o radiografiche e se la sua estrazione comporta una distruzione estesa di osso che può determinare danno iatrogeno alle strutture dento-scheletriche vicine9 (Tabella 2).

Denti inclusi: prevenzione, diagnosi, terapie e prognosi - Ultima modifica: 2013-04-10T12:44:20+00:00 da Redazione