La protesi rimovibile totale costituisce ancora un’opzione riabilitativa, dell’arcata edentula, valida e percorribile, in termini di performance funzionale, accettabilità estetica, gravosità economica.
La ritenzione, la stabilità e il supporto delle protesi dipendono dall'intimo adattamento ai tessuti molli e duri, dal sigillo periferico e dall’interposizione di un film salivare tra la stessa protesi e i tessuti. In alcune situazioni cliniche, il manufatto non è in grado di fornire stabilità e ritenzione sufficienti. In quei casi, soprattutto nell’impossibilità di apportare adattamenti, se non veri e propri rifacimenti, la soluzione di compromesso consiste nell’applicazione di un adesivo artificiale.
L’azione degli adesivi per protesi rimovibile si esprime attraverso processi chimico-fisici. In virtù dell’idrofilia di diversi componenti, al contatto con il fluido salivare, il prodotto va incontro a un’espansione volumetrica compresa fra il 50 e il 150%. Ciò determina l’occupazione degli spazi vuoti tra resina e tessuto naturale e, conseguentemente, un’implementazione del sigillo periferico, che avviene comunque come descritto precedentemente.
La ritenzione costituisce il problema clinico essenziale della protesi mobile. Dal punto di vista delle complicanze, un elemento importante è rappresentato dal rischio infettivo a carico della mucosa. In particolare, la sede privilegiata è quella palatina. L’agente eziologico principale è, invece, Candida albicans, un micete commensale nella cavità orale del 45-65% degli individui sani. Nei portatori di protesi, la prevalenza del microrganismo aumenta dal 60 al 100%.
Le evidenze riguardo al possibile ruolo degli adesivi, rispetto alla proliferazione micotica, sono contrastanti.
Recentemente, Azevedo e colleghi hanno proposto l’uso di un nuovo adesivo, organico, a base di olio di oliva. Questo, in virtù delle proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antimicrobiche, trova discreto uso in ambito dermatologico. Più recentemente, ne è stato proposto l’uso, invero, in più contesti della medicina orale.
Gli autori hanno condotto un trial clinico randomizzato multicentrico, che ha coinvolto un totale di 28 pazienti portatori di protesi totale. Queste sono state ribasate secondo un protocollo standardizzato. Il nuovo adesivo è stato confrontato con un prodotto già presente in commercio, che ha fatto da controllo, e con un placebo (vaselina).
In primo luogo, è stata effettuata una valutazione dinamometrica del grado ritenzione, che ha dimostrato differenze significative tra adesivi e placebo ma non al confronto tra i due adesivi.
Una valutazione soggettiva, riportata dai pazienti, ha evidenziato migliori indicazioni di durata, funzione (masticazione ed eloquio) e gusto, a favore del nuovo prodotto.
Infine, alla valutazione microbiologica, l’adesivo si è mostrato significativamente più efficace nell’inibizione della crescita di C. albicans.