La xerostomia, ossia la sensazione soggettiva di avere la bocca secca, è molto diffusa: viene riferita dal 20% della popolazione generale e può interessare fino al 55% delle persone oltre i 50 anni. Si tratta di una condizione in cui il flusso salivare si riduce in modo più o meno marcato per un periodo di tempo limitato o in modo permanente.
Le implicazioni di questo disturbo non vanno sottovalutate. Sono ben note le molteplici funzionalità della saliva, tra cui il mantenimento della eubiosi del cavo orale. Inoltre, assicura la corretta idratazione e la giusta lubrificazione delle mucose, esercita un effetto protettivo antibatterico e antimicotico, previene la demineralizzazione dello smalto, favorisce la formazione del bolo alimentare e, dunque, la digestione, e contribuisce a preservare il senso del gusto.
La carenza di saliva (iposcialia o asialia) altera il pH orale e limita la capacità protettiva dagli agenti esterni, aumentando il rischio di patologie dentali e infezioni, con possibili ripercussioni sulla salute globale.
Ecco perché è importante riconoscere e trattare la xerostomia, che può manifestarsi con livelli diversi di gravità.
Nei casi lievi e moderati può provocare:
• presenza di saliva densa o "schiumosa"
• sensazione fastidiosa di sfregamento tra i tessuti orali
• bruciore localizzato alla punta della lingua o diffuso
• secchezza delle labbra
• bisogno di bere più spesso nelle ore notturne o per deglutire meglio i cibi
• alterazioni del gusto
• lingua patinosa
• alitosi e sensazione di avere un cattivo sapore in bocca
Nel tempo, se non adeguatamente trattata, la xerostomia può favorire la formazione di carie che tendono a progredire rapidamente, oltre a causare erosione e ipersensibilità dentale, accumulo di placca, bruciore e dolore alla mucosa orale. Quest’ultima, inoltre, risulta assottigliata e può presentare lesioni da sfregamento, accompagnate da episodi ricorrenti di candidosi.
Il dorso della lingua può presentarsi atrofico, con perdita delle papille e fissurazioni. Anche le funzioni orali possono essere condizionate dalla riduzione del flusso salivare: alcuni pazienti riferiscono difficoltà a parlare, masticare e deglutire, con un impatto negativo sulla qualità di vita.
Cause principali della xerostomia
I fattori favorenti possono essere molteplici e includono l’invecchiamento, ostruzione del naso e apnee notturne, malattie virali, stress, disturbi neuropsichiatrici, patologie autoimmuni come la Sindrome di Sjögren, diabete e assunzione di farmaci che riducono la secrezione salivare (ad esempio antipertensivi, beta-bloccanti, antistaminici e antinfiammatori, ansiolitici e antidepressivi). Anche radioterapia e chemioterapia rientrano tra le cause di xerostomia.
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Un disturbo da non sottovalutare
Purtroppo, spesso i pazienti non si rendono conto di quanto sia importante segnalare la sensazione di bocca secca all’odontoiatra in modo che questi possa intervenire per ridurne i sintomi e, soprattutto, prevenirne gli effetti negativi sul benessere del cavo orale.
Nel corso della visita di routine, è pertanto necessario sincerarsi, con domande esplicite, se il paziente percepisce la sensazione di “bocca secca”, effettuando, ove necessario, una valutazione del flusso salivare.
Un semplice esame visivo può riscontrare i segni clinici frequenti in caso di iposcialia, ad esempio la presenza di esfoliato cellulare sulle superfici gengivali o lesioni traumatiche della lingua, tipicamente legate a scarsa salivazione.
Una facile conferma si ottiene attraverso un esame fisico: passando all’interno della bocca lo specchietto o il bastoncino, si riscontra una maggiore aderenza dello strumento alle mucose o alla lingua, causata da una riduzione della salivazione.
Anche i dati raccolti con l’anamnesi assumono rilevanza per scoprire se lo stile di vita del paziente, eventuali patologie pregresse o farmaci assunti possono essere causa di xerostomia. Il trattamento, che non deve essere rimandato, persegue due finalità:
• controllare e prevenire le malattie e i danni orali causati dalla ridotta o compromessa funzionalità delle ghiandole salivari;
• migliorare il comfort e le funzioni orali del paziente.
In presenza di secchezza lieve o media, quando è ancora presente una parziale capacità salivare, è possibile intervenire stimolando la salivazione residua delle ghiandole salivari. I pazienti possono trovare sollievo utilizzando prodotti specifici come dentifrici, collutori, spray e integratori. Nei casi più gravi, con la compromissione totale delle ghiandole salivari, è consigliabile l’utilizzo di sostituti salivari.
La risposta della ricerca: una linea di prodotti innovativi
Per il trattamento della xerostomia, la ricerca Curasept ha sviluppato una formulazione unica nel suo genere e scientificamente avanzata: denominata MSH, Mouth Idratation System. È costituita da un mix equilibrato di sostanze presenti in dentifricio, collutorio, spray e gel agevolmente utilizzabili per l’igiene domiciliare quotidiana e in grado di:
• stimolare la salivazione, umettare e idratare, aumentando il contenuto di umidità sulla mucosa linguale e trattenere i liquidi, lubrificando il cavo orale;
• offrire un’azione viscosizzante e adesiva per favorire la formazione di un film umido sulle mucose;
• proteggere, lenire e contrastare l’infiammazione;
• controllare il pH per prevenire la demineralizzazione dello smalto e proteggere dalla carie;
• esercitare un’azione antibatterica e antimicotica, contribuendo a controllare la formazione della placca e la crescita di micorganismi patogeni.
L’abbinamento con un integratore in compresse realizzato con tecnologia brevettata (FizzFRAPTech®) consente di stimolare la salivazione tramite micro-effervescenza, favorendo il mantenimento dello stato di idratazione delle mucose, contiene inoltre Vit E e vitamina D
I risultati di un utilizzo costante sono:
• sollievo immediato e prolungato dalla secchezza orale
• idratazione e protezione della mucosa
• riduzione dei rischi di carie
• azione stimolante della salivazione residua