Il fluido salivare ricopre un ruolo fondamentale nella salute e nella funzionalità dell’organo stomatognatico. Esso ha una valenza composita: ha funzione protettiva della demineralizzazione (tampone sugli acidi), favorente la remineralizzazione, immunitaria (contiene immunoglobuline), antibatterica (lisozima, lattoperossidasi, lattoferrina, istatine) e altro ancora.
Si definisce xerostomia la sensazione soggettiva, riferita dal paziente, di secchezza delle fauci, condizione che può impattare negativamente in maniera anche notevole sulla qualità della vita. Iposcialia o, più semplicemente, iposalivazione, è invece la reale diminuzione del flusso salivare: si tratta di una condizione a eziologia variabile – età, alterazioni delle ghiandole salivari, patologie sistemiche, radioterapia e altre forme iatrogene – e rappresenta la principale causa della stessa xerostomia.
La diminuzione del flusso salivare può condurre a diverse condizioni patologiche, in primis favorire la malattia cariosa, ma anche la candidosi orale, ovvero l’infezione opportunistica da parte di alcune specie micotiche. Specie, quelle di Candida, che popolano normalmente come commensali la bocca del 45-65% dei soggetti pediatrici e del 60% degli adulti, i quali non riportano alcun segno patologico di tale presenza. Peraltro, le citate istatine e la proteina detta calprotectina hanno azione antifungina. Tra le immunoglobuline, le IgA impediscono l’adesione della Candida.
Il fungo prolifera tipicamente in presenza di condizioni patologiche sistemiche: sindrome di Sjögren, diabete mellito, malattie cardiovascolari, disfunzione tiroidea, epatite C, disturbi psichiatrici e soprattutto, infezione da HIV. L’accrescimento dell’età media e, quindi, del numero di pazienti odontoiatrici soggetti a quadri complessi di malattia cronica, è consigliabile individuare preventivamente quali possano essere i soggetti a rischio di candidosi orale.
Soggetti a rischio di candidosi orale, tra questi ci sono i pazienti con xerostomia
È quanto si propone di fare lo studio del gruppo di lavoro di Nadig, pubblicato a metà dello scorso anno sul Journal of Oral and Maxillofacial Pathology. Il lavoro ha valutato appunto la presenza del microrganismo in pazienti affetti da xerostomia. Un totale di 50 pazienti è stato sottoposto a caratterizzazione del sintomo tramite questionario, quindi a valutazione obiettiva del flusso salivare e a esame microbiologico di tipo colturale. Il 48% dei pazienti ha riportato un flusso inferiore a 1 mL/min dopo stimolazione, indicativo di iposalivazione. La crescita di colonie di Candida è stata osservata a partire dal 64% dei campioni. I casi di carica elevata (crescita al di sopra delle 400 colony forming unit, CFU) sono stati ulteriormente indagati per definire la specie micotica. C. albicans copre l’85% dei campioni, C. tropicalis i restanti. L’analisi ha evidenziato un’associazione statisticamente significativa fra l’iposcialia e il tasso di formazione delle colonie. Se ne può pertanto concludere che il tasso di salivazione rappresenta un esame semplice e indicativo di rischio di candidosi.
Riferimenti bibliografici