Ruolo del pediatra nell’approccio al paziente ortodontico

carie nei bambini dentista

L'odontoiatra costituisce la figura medico specialistica con cui ci si interfaccia maggiormente. Ciò risulta valido, quantomeno, per la popolazione generale. Considerando fasce di popolazione precise, infatti, la statistica può andare incontro a variazioni. Si pensi, ad esempio, alla popolazione pediatrica, la quale per un significativo periodo viene esclusa dalle stesse linee guida dalla raccomandazione di frequentare il dentista. La prima visita odontoiatrica, infatti, è raccomandata, a meno di complicanze precedenti, a ridosso del completamento della dentizione decidua e dell'eruzione del primo elemento permanente, ovvero il primo molare inferiore: dunque, in un periodo compreso tra i 5 e i 6 anni di età.

Prima di questa data, la salute orale risulta essere di primaria competenza del pediatra, preparato a gestire le più comuni problematiche età-specifiche a carico dell'apparato stomatognatico.

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Malocclusioni e deformità dento-facciali costituiscono una fattispecie particolare, in quanto normalmente non si tratta di quadri di patologia propriamente detta. In molti casi, tuttavia, queste sono in grado di condizionare negativamente la funzionalità, oltre che l'estetica, di più apparati rispetto al solo organo della masticazione.

In più, esse rappresentano condizioni di primario interesse pediatrico, perché è in questa fascia di età che possono essere intercettate e corrette al meglio.

Per questo motivo, risulta interessante indagare il grado di consapevolezza tra pediatri a riguardo di queste condizioni: è possibile infatti che il genitore si rivolga al pediatra domandando indicazioni sulla necessità di rivolgersi all'ortodontista. Ancora più auspicabile che sia il pediatra in prima persona a intercettare quadri meritevoli di approfondimento specialistico.

Di recente, Koufatzidou e colleghi hanno condotto un interessante sondaggio condotto tra pediatri, pubblicandone i risultati su Progress in Orthodontics.

Le sofferenze patite dal sistema sanitario nazionale greco nel corso degli ultimi anni sono note. Soppesate adeguatamente, le indicazioni dello studio risultano interessanti anche guardando da realtà come quella italiana: la trattazione non vuole, del resto, mettere in dubbio la competenza e la professionalità dei medici coinvolti.

Dei 96 pediatri che hanno partecipato all'indagine (su 123 interpellati), solo la metà ha riferito di valutare abitualmente la posizione dei mascellari e degli elementi dentari (per esattezza, il 51 e 54%, rispettivamente).

Tra le ragioni che portano il pediatra a indirizzare un paziente all'ortodontista, la più comune è nettamente la presenza di asimmetrie facciali o dentali (per l'87% dei clinici). Il 24% dei pediatri fa riferimento all'ortodontista anche per l'approccio a russamento e altri disturbi del respiro.

In conclusione, questi dati rendono auspicabile una più stretta collaborazione tra le due figure specialistiche. In questo, l'Italia rappresenta un paese all'avanguardia, in quanto beneficia da diversi anni di linee guida ministeriali dedicate alle malattie odontostomatologiche nel paziente in crescita. L'approfondimento del tema ortodontico è una prospettiva importante per l'immediato futuro.

Ruolo del pediatra nell’approccio al paziente ortodontico - Ultima modifica: 2019-09-05T22:16:00+00:00 da redazione
Ruolo del pediatra nell’approccio al paziente ortodontico - Ultima modifica: 2019-09-05T22:16:00+00:00 da redazione