Il dolore è un sintomo molto comune nelle patologie endodontiche, ma bisogna eseguire diversi test per poter escludere altre origini della dolenzia e poter quindi fare diagnosi differenziale.
È fondamentale che dentisti ed endodontisti nello specifico possano distinguere il dolore endodontico da altre tipologie ed essere in grado di identificarlo con precisione.
A questo serve la Nuova Classificazione Internazionale del Dolore Orofacciale (ICOP), la prima che include soltanto le tipologie di dolore orofacciale, analizzata nel seguente articolo del Journal of Endodontics.
È una classificazione gerarchica basata sulla Classificazione Internazionale delle Cefalee ed include:
- dolore correlato alla regione dentoalveolare
- dolore muscolare
- dolore dell’articolazione temporo-mandibolare
- dolore neuropatico che colpisce nervi cranici
- cefalee primarie
- dolore idiopatico.
È stata fatta una descrizione di ogni condizione e alcuni criteri diagnostici sono stati proposti per ogni condizione basandosi sulle prove delle ricerche effettuate.
Molto spesso quadri che necessitano di trattamento endodontico sono facilmente riconoscibili, indipendentemente dalla presenza o meno di dolore.
In molti casi viene però si interviene in urgenza a causa di una forte sintomatologia dolorifica del paziente. Questo può però rivelarsi una trappola: la reazione al dolore è infatti differente da paziente a paziente e non sempre il dolore è sintomo di un problema di natura endodontica.
L’obiettivo della classificazione è quello di creare un linguaggio universale per clinici e ricercatori, utilizzando anche una terminologia comune che eviti incongruenze.
Analizzando la letteratura si è visto che un’importante varietà di linguaggi fossero utilizzati per identificare condizioni sovrapponibili.
L’ICOP, come anticipato, segue (anche nella struttura) la classificazione ICHD per le cefalee, andando però a concentrarsi solamente sul dolore orofacciale ed è stata pubblicata nel 2020.
Una terminologia chiara in un sistema di classificazione permette una comunicazione migliore fra le varie specialità mediche e dentali, a scopi clinici e di ricerca, ed è lo scopo della ICOP.
Oltre a ciò avere patologie di tipo odontogeno e non odontogene accorpate in una sola classificazione, consente ai clinici di dover attingere ad un solo documento creando una grande facilitazione.
Sebbene i dentisti non necessitino di attingere quotidianamente a questo documento, può comunque essere utile per guidare la diagnosi clinica.
Questa classificazione consente all’endodontista, che potrebbe non avere familiarità con condizioni non a partenza odontogena, di indirizzare condizioni cliniche non di sua pertinenza a colleghi medici con i quali risolvere la problematica senza necessariamente prevedere anche un intervento endodontico.
Nell'articolo di cui lasciamo qui sotto il link è possibile trovare l'intera classificazione.