Gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (HIFU) rappresentano una tecnologia non invasiva con applicazioni consolidate in medicina. La loro capacità di abbinare ablazione e coagulazione termica li rende versatili. Tuttavia, in odontoiatria, gli HIFU, a differenza dei semplici ultrasuoni, sono ancora oggetto di studio, principalmente attraverso esperimenti in vitro. Alcuni ricercatori del Dental Biomaterials Research Group della University of Western, Australia, hanno recentemente condotto un'accurata revisione della letteratura, che evidenzia le prospettive di questa tecnologia in ambito odontoiatrico.
La storia e i principi degli HIFU
Gli effetti biologici degli ultrasuoni sono noti dal 1928. Da allora, i progressi tecnologici hanno permesso di sviluppare gli HIFU come strumento terapeutico non invasivo. Questi ultrasuoni lavorano con frequenze tra 0,2 e 5 MHz, con intensità che possono raggiungere i 10.000 W/cm². Il principio si basa sulla focalizzazione delle onde sonore per ottenere effetti ablativi o ipertermici sul tessuto bersaglio. Gli HIFU si distinguono per l’assenza di aerosol, radiazioni ionizzanti e residui.
Le applicazioni in odontoiatria
Le ricerche in vitro dimostrano che gli HIFU possono migliorare molti aspetti delle procedure odontoiatriche. Gli ultrasuoni favoriscono la penetrazione di nanoparticelle antibatteriche fino a 1000 µm nei tubuli dentinali. Questo migliora l’eliminazione di batteri come E. coli e E. faecalis. Gli HIFU si rivelano efficaci quanto l’incisione acida nella preparazione della dentina per l’adesione. Gli ultrasuoni, combinati con idrossiapatite, facilitano la remineralizzazione dei tessuti dentali. Questo li rende promettenti per il controllo della carie. Gli HIFU potrebbero rappresentare un’innovativa soluzione per la rimozione dei biofilm batterici responsabili della perimplantite. E garantire una pulizia accurata senza generare aerosol o residui.
Le sfide tecnologiche
Nonostante i risultati promettenti, l'applicazione clinica degli ultrasuoni in odontoiatria presenta alcune difficoltà. La principale sfida è lo sviluppo di trasduttori compatibili con l’uso intraorale, che siano maneggevoli come gli strumenti odontoiatrici tradizionali. Inoltre, servono mezzi di trasmissione efficaci e sicuri per l'ambiente orale. Anche la morfologia complessa degli impianti dentali rappresenta un ostacolo, soprattutto nella rimozione completa dei biofilm.
Le prospettive future
La miniaturizzazione dei trasduttori, oggi ridotti a 4-6 mm, apre la strada a futuri utilizzi clinici degli ultrasuoni focalizzati. Studi più avanzati su modelli animali e trial clinici potrebbero accelerare la transizione dagli esperimenti in vitro alla pratica quotidiana. Gli HIFU potrebbero infatti diventare uno strumento essenziale per l’odontoiatria moderna, specialmente per il controllo della carie e il trattamento delle infezioni implantari.
Conclusioni
Gli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità offrono molteplici vantaggi, tra cui precisione, non invasività e assenza di residui. I ricercatori che si sono impegnati in questa ricerca, pubblicata sull'International Dental Journal, hanno evidenziato il potenziale degli HIFU nelle discipline odontoiatriche. Superare le sfide tecniche potrebbe infatti rendere questa tecnologia una realtà clinica, migliorando l’efficienza e la sicurezza delle procedure odontoiatriche, ma ci vorrà ancora un po' di tempo.