Dopo le fasi di sterilizzazione del campo, è stato applicato un innesto di osso autogeno protetto da una membrana riassorbibile e, infine, si è proceduto con la sutura. La figura 3 mostra le radiografie ottenute dopo 2 e 3 anni dal trattamento della perimplantite. Tutti i reperti radiografici confermano una ricrescita di tipo osseo intorno alla superficie implantare. La figura 4 mostra un’immagine di tomografia computerizzata in sezione bucco-linguale del sito a 4 anni dalla terapia; l’area intorno all’impianto appare stabile.
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Conclusioni
Le microesplosioni prodotte dal laser Er:YAG possono effettivamente rimuovere la superficie di ossido di titanio contaminato presente negli impianti affetti da perimplantite. Quando l’irradiazione con luce laser Er:YAG è accompagnata da uno spray d’acqua si evita che vi sia un eccessivo surriscaldamento della zona, preservando dall’eventuale danneggiamento dei tessuti ossei circostanti che potrebbe inficiare l’osteointegrazione. Questi risultati mostrano chiaramente come le difficoltà del trattamento delle perimplantiti possano essere risolte con successo mediante l’utilizzo del laser Er:YAG.
Corrispondenza
Atsuhiko Yamamoto
autis@silver.ocn.ne.jp