Il lembo avanzato coronalmente (coronally advanced flap, CAF) costituisce la tecnica di riferimento nel trattamento di recessioni gengivali multiple. È anche la più usata se si considera l’approccio alle recessioni di III classe di Miller. Il trattamento di difetti che superano il II grado, per definizione, non garantisce assoluta predicibilità. L’utilizzo del CAF stesso è valutato a livello di case report o case series. Considerando i trial clinici randomizzati, sono stati riscontrate indicazioni eterogenee. Il tasso di coperture radicolare va dal 56.78% al 95.10%, i casi in cui si è raggiunta la completa copertura radicolare dal 13.30% al 74.20%. Un ulteriore fattore confondente è rappresentato dall’eterogeneità dei protocolli chirurgici: alcuni autori aggiungono in maniera varia innesti connettivali, derivati di matrice dello smalto, fattori di crescita, matrice dermica acellulare.
Parallelamente al CAF, che va comunque individuato come riferimento operativo, alcuni autori hanno descritto alcune tecniche alternative, nell’intento di fornire anche opzioni minimamente invasive. In questo senso, va ricordata la tecnica vestibular incision subperiosteal tunnel access (VISTA), proposta da Zadeh nel 2011. Questa prevede l’esecuzione di un’incisione vestibolare, solitamente in corrispondenza del frenulo mascellare. La tecnica è comunque indicata anche per l’uso a livello dell’arcata inferiore. A partire dall’incisione primaria, viene elevato un tunnel sottoperiostale, esteso distalmente di almeno un elemento rispetto all’ultimo da trattare. Anche questa tecnica, maggiormente rispettosa delle strutture vascolari, è formalmente indicata per le recessioni fino alla II classe di Miller.
Più recentemente, la tecnica è stata modificata e rinominata, appunto, modified VISTA (m-VISTA). Questa inizia con una singola incisione verticale, estesa al periostio fino a poco oltre la linea mucogengivale. La variazione sostanziale, rispetto alla tecnica di partenza, consiste nel passaggio successivo. In corrispondenza degli elementi affetti da recessioni, vengono eseguite incisioni intrasulculari, tramite le quali viene allestito un tunnel sottoperiosteo. Nel caso presentato da Fernández-Jiménez nell’articolo recentemente pubblicato su BMC Oral Health, viene anche mostrata una procedura atta a estendere l’innesto connettivale a origine palatina da imbustare nel tunnel, accedendo dall’incisione primaria. L’intervento viene finalizzato coronalizzando, senza tensioni, il lembo; viene condotta una sutura double-crossed ancorata ai punti di contatto interdentali, che sono stati temporaneamente splintati con l’apposizione (senza mordenzatura) di composito flowable.
Il lavoro a cui si fa riferimento consiste, in realtà, in un case series, che ha incluso un totale di 10 pazienti affetti da multiple recessioni (minimo 3) di III classe. In totale, sono state trattate 38 recessioni, l’80% delle quali a livello mandibolare.
Il follow-up previsto è stato di 6 mesi. Il tasso di copertura radicolare riscontrato è stato del 58.72% e nel 29% dei casi è stata ottenuta una copertura radicolare completa. Tali indicazioni preliminari, per una condizione di recessione avanzata, sono state giudicate promettenti dagli autori, che, successivamente, forniranno dati a maggiore follow-up.
Riferimenti bibliografici