Dopo i diversi scandali che si sono susseguiti nelle ultime settimane nel mondo odontoiatrico, sono stati 23 i Senatori appartenenti ai principali Gruppi che hanno firmato un’interrogazione parlamentare al fine di chiedere un intervento che tuteli i pazienti che decidono di farsi curare presso società di capitale operanti in odontoiatria.
“Negli ultimi anni – scrivono i Senatori nell’interrogazione – si è assistito al proliferare di società che si occupano di servizi odontoiatrici che attraverso il franchising aprono strutture sul territorio e che non presentano, in alcuni casi, dei direttori sanitari iscritti all’Albo degli Odontoiatri presso l’Ordine dei Medici. Direttori sanitari, spiegano, che spesso lavorano per diversi centri non garantendo, in tal modo, la loro presenza in studio che dovrebbe essere costante”.
I Senatori hanno inoltre sottolineato come in alcuni casi la redazione del piano di trattamento e di cura dei pazienti sia demandata agli addetti commerciali che lavorano per la società e non all’odontoiatra, anche se ricordano che il principale pericolo arriva dal rischio, in caso di fallimento, che la società sia insolvente “nei confronti sia dei propri assistiti che degli operatori che vi lavorano, poiché il giro di affari di un centro odontoiatrico supera di gran lunga la quota di capitale sociale versata che deve essere usata naturalmente anche a forma garanzia”.
“Le società che offrono servizi odontoiatrici – chiariscono i Senatori – non sono obbligate ad avere all’interno dei loro CdA figure iscritte all’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri e per tal motivo spesso perseguono politiche societarie puramente commerciali e orientate alla sola logica del profitto”.
Per tale ragione “l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani ha, in Commissione Industria del Senato, chiesto nuove regole che aumentino il livello di trasparenza e professionalità del mercato odontoiatrico gestito dalle società di capitali e norme più severe per combattere l’abusivismo professionale”.
I Senatori chiedono dunque ai Ministri competenti se “non ritengono opportuno intervenire affinché le prestazioni sanitarie non siano oggetto di attività esclusivamente lucrose; se non ritengano opportuno, nei limiti delle proprie attribuzioni, adottare iniziative, anche di natura ispettiva, nei confronti delle società che si occupano di servizi odontoiatrici; se intendano, per quanto di competenza, attivare controlli più stringenti nei confronti delle società che si occupano di servizi odontoiatrici; quali iniziative, anche di carattere normativo, intendano assumere al fine di migliorare il mercato odontoiatrico dominato dalle società di capitali che sta mettendo in pericolo il sistema professionale che da decenni rappresenta un punto di riferimento per i cittadini italiani”.