Si deve all’operato di un team multi-specialistico su incarico della Società italiana di Chirurgia Maxillo-facciale l'elaborazione delle raccomandazioni di buona pratica clinica per il follow-up e la cura delle lesioni nervose del cavo orale.
Fra le ragioni che hanno condotto la Società scientifica a promuovere una simile ricerca vi è senz’altro il fatto che dai punti di vista della diagnosi, della terapia e del trattamento di questi eventi permane l’incertezza. E non a caso l’opera punta a offrire ai clinici una serie di raccomandazioni, linee guida e algoritmi specifici per dirimere ogni dubbio alla luce delle buone pratiche odontoiatriche e di chirurgia orale.
Il Dentista Moderno ne ha parlato con il coordinatore del relativo gruppo di lavoro professor Federico Biglioli – professore ordinario e direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia maxillo-facciale del Dipartimento di Scienze della salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore dell’UO complessa di Chirurgia maxillo-facciale dell’Ospedale San Paolo – che qui introduce l'articolo pubblicato questo mese sulla rivista.
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Nuovi protocolli di gestione delle lesioni nervose del cavo orale
Vorrebbe riassumere qui, professor Biglioli, finalità e tematiche principali della relazione?
Tutto nasce dall’incarico assegnatoci da SICMF per la creazione di un team di ricerca sulle buone pratiche cliniche e le raccomandazioni sul trattamento delle lesioni nervose del cavo orale, rivolto agli odontoiatri come ai chirurghi orali e maxillo-facciali. L’intenzione è quella di arginare il diffondersi di un’informazione scorretta, in materia, fornendo indicazioni e algoritmi adeguati quanto semplici da seguire e attuare. Ci è parso doveroso, a maggior ragione perché l’argomento non è di pratica comune per l’odontoiatra.
Da quali punti di vista il gruppo di lavoro può a pieno titolo dirsi multi-specialistico?
Vi prendono parte senz’altro chirurghi orali, maxillo-facciali e micro-chirurghi, neuro-fisiologi e terapisti del dolore, ma anche odontologi forensi, terapisti del dolore e psicologi, il contributo dei quali è anzi particolarmente importante e prezioso. Fra i falsi miti che vorremmo sfatare c’è infatti la tendenza a sconsigliare il ricorso alla microchirurgia per la ricostruzione dei nervi del cavo orale - contrariamente a quanto accade con pieno successo per le lesioni nervose nelle altre regioni del corpo sin dagli anni Sessanta - talvolta per timore di controversie legali. Certo, c’è bisogno di micro-chirurghi con ampia esperienza del cavo orale, ma la strada è del tutto praticabile.
In particolare, quali delle indicazioni offerte si sentirebbe di ricordare in questa sede?
Definiamo il come comportarsi con flowchart dedicate e di facile lettura, che spiegano le valutazioni da fare e la terapia da istituire in base al fluire del tempo dal momento dell’evento lesivo. Sono chiaramente distinti i due principali gruppi di lesioni - del nervo alveolare inferiore e del nervo linguale - che impongono approcci differenziati, essendo le prime posizionate in un canale, e pertanto in grado di autoripararsi. Le seconde, al contrario, qualora interessate da lesioni da taglio e non da semplice compressione o stiramento, debbono essere oggetto di ricostruzione. L’evolversi della lesione e l’eventuale comparsa del dolore neurologico vanno tenuti sotto costante osservazione. Nei casi algici, bisogna infatti intervenire con urgenza per evitare un drammatico degrado della qualità di vita.