Lo scorso 25 maggio, l’Ufficio delle Dogane all’aeroporto di Malpensa ha reso noto di aver compiuto il sequestro di una partita di ben 2.728 strumenti odontoiatrici di vario tipo. Le merci e la relativa documentazione sono state fatte oggetto di perizia da parte dell’Istituto Superiore di Sanità (Dipartimento Tecnologie e Salute) e sono risultate non conformi alle norme in materia di dispositivi medici e loro accessori. La merce, proveniente dal Pakistan, era già stata segnalata in precedenza da parte dell’Ufficio di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (USMAF) del Ministero della Salute. L’importatore è stato quindi denunciato presso la Procura della Repubblica di Busto Arsizio. La notizia ha successivamente ricevuto una discreta risonanza a livello locale e anche nazionale. Un caso di questo tipo vuole anche ricordare, almeno in una certa misura, quali siano i doveri del mondo clinico nei confronti del paziente, in un periodo storico in cui i professionisti sentono sempre più di dover garantire eccellenza e professionalità. Uno standard operativo di qualità deriva senza dubbio anche dalla trasparenza nel rispetto delle norme. Le normative che sono state precedentemente citate sono facilmente reperibili nella pagina web dello stesso Ministero della Salute. È sempre bene tenere sotto controllo questi testi legislativi dato che, osserva il Ministero, le norme e gli adempimenti amministrativi continuano a seguire la rapida evoluzioni dei dispositivi a uso medicale. Ovviamente non si intendono necessariamente i prodotti odontoiatrici, ma è chiaro che si tratta di un mercato estremamente importante, non solo per quanto riguarda il settore privato. I dati del 2009 riportano un totale di 437 fabbricanti di prodotti odontotecnici (numero secondo solo ai prodotti per l’ottica) iscritti nel Repertorio, con la possibilità di fornire dispositivi medici al SSN. Allo stesso Ministero spetta anche la sorveglianza del mercato – dal 2002 è in uso un piano di controlli sul settore produttivo e, come anche si evince dalla notizia, sulla distribuzione – e della qualità. A tal proposito, l’ufficio competente riferisce che i prodotti odontoiatrici costituiscono una percentuale assai ridotta dei dispositivi oggetto di segnalazione e censiti nel proprio database. Sempre al 2009 risalgono le indicazioni del già citato USMAF, secondo cui i principali paesi da cui l’Italia importa prodotti per l’odontostomatologia sono Cina, Stati Uniti, Svizzera e Pakistan. In conclusione, è possibile ribadire come il rispetto delle norme non costituisca semplicemente un dovere per il professionista, ma venga facilitato dal lavoro degli enti di controllo ministeriali e passi ancora una volta per un attento e puntuale aggiornamento professionale.