Il seno mascellare, conosciuto anche con l’eponimo di “antro di Higmoro” è il più ampio dei seni paranasali, i quali comprendono anche i seni frontali, sfenoidali e le cellule etmoidali.
Occupa solitamente una grossa parte del corpo dell’osso mascellare; si sviluppa fra il secondo e il terzo mese di vita intrauterina, con un volume di 0,1-0,2 centimetri cubici al momento della nascita. Le sue dimensioni e il suo grado di pneumatizzazione aumentano infatti con l’eruzione dei primi elementi permanenti, fino alla maturazione al termine del periodo adolescenziale. Un ulteriore stimolo ad allargarsi giunge con il permanere un’edentulia di medio o lungo termine in corrispondenza del pavimento del seno.
Classicamente, il seno mascellare viene descritto come una cavità pneumatica di forma piramidale. La base, quadrangolare, guarda alla cavità nasale; sono poi presenti una parete mesio-vestibolare, depressa in corrispondenza della fossa canina, una superiore che costituisce il pavimento dell’orbita, una posteriore rivolta verso il tuber. L’ultima parete, come già accennato, corrisponde in parte al processo alveolare superiore e in parte al palato duro; in un adulto dentato questa è la più solida tra le pareti ossee, pur presentando dei recessi in corrispondenza delle radici di premolari e primi molari; questi andranno incontro ad un assottigliamento con il progredire dell’età dell’individuo.
L’antro comunica con la cavità nasale attraverso un ostio posizionato nella parete mediale in posizione antero-superiore, il quale drena nel meato medio. Alcune variabili anatomiche, quale ad esempio l’estensione della bulla etmoidale all’interno del seno (detta cellula di Haller), possono ridurre la pervietà dell’ostio. In questa parete è altresì possibile la presenza di un ostio accessorio; nella preparazione di un intervento di elevazione del pavimento del seno è importante riconoscere questa evenienza, al fine di non coinvolgere questa stessa apertura.
I seni possono presentare asimmetrie di vario grado, ma generalmente si estendono entrambi dal primo premolare al primo molare. La variabile anatomica più temuta resta la presenza dei setti ossei di Underwood, differenti per spessore ed orientamento; questi sono presenti nel 16-58% dei seni ed è bene che vengano identificati all’esame radiografico preoperatorio in vista di un sinus lift.
La parete antrale è rivestita da una mucosa – nota come membrana dello Schneider – rivestita da un epitelio colonnare pseudostratificato dotato di ciglia: si tratta, evidentemente, di una continuazione della mucosa nasale, dato che i seni paranasali estendono le funzioni della cavità nasale stessa. Questa membrana, solitamente spessa al massimo mezzo millimetro può andare incontro ad ispessimento a seguito di condizioni patologiche di tipo infiammatorio acuto (processi infettivi) o cronico (abitudine al fumo): modificazioni di questo tipo, individuabili sul piano radiografico, sono molto evidenti dal punto di vista clinico.
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