Tecnica con accesso crestale al seno mascellare
Abbiamo recentemente tratto anatomia e patologie che coinvolgono il seno mascellare e abbiamo introdotto il principale metodo per il trattamento delle atrofie nei mascellare superiore, il grande rialzo di seno mascellare. Analizziamo ora due tecniche che in alcuni casi possono costituire alternative al grande rialzo di seno.
L’accesso per via crestale è stato descritto per la prima volta da Summers (1994). Modificando e semplificando quanto proposto da Tatum (1986), Summers ha proposto l’uso di osteotomi a punta concava che potessero contemporaneamente condensare l’osso del sito implantare da essi formato e sollevare il pavimento del seno mascellare spingendo verso l’alto una certa quantità di osso particolato (fig. 15).
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Molti autori hanno criticato questa tecnica sostenendo che oltre i 5 mm di rialzo si creano perforazioni nella membrana (Zitzmann, 1998), mentre altri hanno descritto aumenti di 911 mm con altissime percentuali di successo (Fugazzotto, 1998; Summers, 1995; Toffler, 2002). Alcuni anni or sono Lee (2009) ha messo a punto una tecnica di rialzo del pavimento del seno mascellare per via crestale, sfruttando l’atraumaticità della chirurgia piezoelettrica abbinando la sicurezza di un’apposita punta che abrade l’osso del pavimento sinusale alla pressione dell’acqua che scolla la membrana schneideriana (Lee, 2009). Lo scollamento risulta piuttosto ampio (non limitato allo spazio occupato dall’impianto creato dagli osteotomi), e la membrana può essere sostenuta da materiale riempitivo. E’ possibile anche non inserire alcun materiale al di sotto della membrana ottenendo risultati sovrapponibili a quelli raggiunti con la tecnica di accesso laterale e contemporaneo inserimento dell’impianto. Conditio sine qua non per il posizionamento contestuale degli impianti è la presenza minima di almeno 4 mm di osso crestale residuo al di sotto del seno mascellare al fine di ottenere una sufficiente stabilità primaria.
Split crest per eseguire rialzo di seno mascellare
Questa tecnica chirurgica e la sinus lifting sono state quelle che hanno tratto maggior giovamento dalla diffusione dell’utilizzo delle apparecchiature piezoelettriche. In caso di creste estremamente sottili o affilate può essere utile iniziare l’intervento separando le due corticali, per il primo millimetro, con un terminale ultrasonico lanceolato estremamente sottile; successivamente il taglio osteotomico può essere eseguito con un bisturi tipo Beaver facilitando l’uso successivo di una punta tagliente, marcata con tacche millimetrate che permette di conoscere esattamente la profondità dell’osteotomia, e che deve essere fatta penetrare al centro della cresta. A seguire viene utilizzato un inserto non tagliente sui margini mesiale e distale. Lo scalpello verrà quindi introdotto delicatamente nel taglio, senza necessità di colpi di martello, in quanto non deve ulteriormente tagliare, ma solo divaricare le pareti ossee.
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Recentemente sono stati introdotte delle punte piezoelettriche a forma di cuneo, atraumatiche, che sostituiscono gli scalpelli utilizzando la vibrazione per avanzare e divaricare le pareti ossee. Qualora l’espansione ottenuta non fosse sufficiente è possibile eseguire l’interruzione delle linee di forza che attraversano le pareti vestibolari del mascellare e soprattutto della mandibola mediante un’incisione verticale. In alternativa, qualora fossero presenti elementi dentari vicini , con estrema cautela, è possibile estendere l’interruzione osteotomica alla parete alveolare attigua. Terminata l’espansione con l’uso di osteotomi, frese o meglio ancora degli appositi inserti piezoelettrici, può essere rifinita la sede implantare passando successivamente all’inserimento degli impianti. La stabilità primaria di questi ultimi si ottiene solitamente utilizzando l’osso basale che, per la conformazione dei processi alveolari edentuli, è ben rappresentato.
Parte del testo qui riportato è tratto dal libro ” RIABILITAZIONI IMPLANTOPROTESICHE E CHIRURGIA MINIMAMENTE INVASIVA” di Enrico Gherlone.
[…] tecnica di Summers prevede l’uso di osteotomi a punta concava che contemporaneamente condensino l’osso del sito […]
[…] Summers ha introdotto una tecnica di elevazione del seno per via crestale con l’uso di osteotomi: mediante la percussione con un martelletto viene indirettamente dislocata la membrana del seno ed attraverso l’osteotomia si esegue il riempimento del seno. […]