Caso clinico
L.G. di 15 anni si è presentato alla nostra osservazione in seguito a trauma occorso durante un incidente stradale. Sia dall’esame obiettivo che da quello radiografico risultava una frattura coronale non complicata secondo Andreasen a carico dell’elemento 3.1, in assenza di sintomatologia dolorosa e rispondente positivamente al test con cloruro di etile. Il dente è stato monitorato nel tempo: la risposta al test elettrico rimaneva positiva, in continua assenza di sintomatologia provocata o riferita. In ragione della giovane età del paziente, della futura terapia ortodontica a cui avrebbe dovuto
sottoporsi e rispettando la sua richiesta di un trattamento minimamente invasivo, si è optato per una riabilitazione diretta conservativa dell’elemento. Inizialmente è stata effettuata un’attenta scelta del colore utilizzando la scala-colore fornita dalla ditta, si è quindi proceduto all’isolamento del campo operatorio dall’elemento 3.4 all’elemento 4.4 con diga di gomma a medio spessore (Nic tone – Hygenic) e uncini 2A (Ivory – Heraeus Kulzer). Per lavorare correttamente al terzo cervicale dell’elemento interessato dal trauma ed esporre integralmente il margine di frattura è stato posizionato su di esso un uncino numero 6 (Ivory – Heraeus Kulzer)5. Nella fase di preparazione cavitaria sono stati rimossi tutti i prismi di smalto non sostenuti usando frese diamantate a pallina. Particolare attenzione è stata posta nella riduzione della frattura, che è stata portata a termine nella massima conservatività possibile.
Lo stesso si può dire per il resto della preparazione, osservando come sia stata conservata un’isola di smalto non compromessa al centro della superficie vestibolare. Per proteggere i denti vicini durante la successiva fase adesiva sono stati posizionati in sede interprossimale due pezzi di matrice a nastro trasparente e due cunei di legno per garantire il ripristino di adeguate superfici di contatto. Per la fase adesiva è stata adottata una tecnica total etch con una sistematica di quarta generazione. Dapprima è stato applicato l’agente mordenzante (iBond Etch 35 gel – Heraeus Kulzer) su smalto e dentina, rispettivamente per 30 e 15 secondi, quindi le superfici sono state lavate e opportunamente asciugate avendo l’accortezza di non provocare disidratazione.