Nella prima parte di questo articolo sono state illustrate le potenzialità cliniche e terapeutiche della sedazione cosciente nel paziente pediatrico, con particolare attenzione per la forma inalatoria a base di protossido di azoto (N2O). Va però ricordato come siano disponibili anche altre tecniche farmacologiche. Lo stesso testo a cui si è fatto riferimento nella prima parte (Raccomandazioni sulla sedazione cosciente e sull’anestesia loco-regionale in odontoiatria pediatrica) descrive, a tal proposito, una tecnica combinata, la co-somministrazione enterale-inalatoria. L’obiettivo terapeutico è l’ottenimento di un livello di sedazione efficace, abbassando sia la posologia di N2O che quella del farmaco per via gastrointestinale. Per quanto le raccomandazioni riguardo alla scelta dei casi indicati siano sostanzialmente sovrapponibili a quelle della sedazione inalatoria semplice, la sorveglianza intraoperatoria è differente. La persistenza dello stato di vigilanza e la risposta ai comandi devono essere regolarmente verificate, mentre i parametri vitali (saturazione, ventilazione, pressione arteriosa e frequenza cardiaca) richiedono anche il monitoraggio strumentale. Per questi motivi, allo stato attuale, la tecnica è utilizzabile solo in ambiente protetto e non nel contesto ambulatoriale.
A questo punto, pare interessante chiedersi quali siano le prospettive nel futuro prossimo di quella che costituisce in effetti una realtà clinica percorribile anche nelle strutture ambulatoriali di dimensioni contenute.
In primo luogo, alcuni Autori auspicano un’affinamento della valutazione preoperatoria del paziente pediatrico che integri la classificazione ASA, con l’obiettivo di indirizzare il caso alla tipologia di sedazione maggiormente indicata.
Nell’ambito della forma farmacologica di sedazione, alcuni sottolineano la necessità di selezionare molecole maggiormente tollerabili per tutti quei casi in cui si propende per la sedazione ad uso pedodontico. Tali nuovi farmaci dovrebbero permettere idealmente una somministrazione meno traumatica di quella parenterale, adeguata biodisponibilità e onset time ridotto. Alcune di queste molecole vengono proposte in un interessante recente lavoro di Nelson, tenendo comunque presente il fatto che il mercato statunitense differisce rispetto a quello italiano ed europeo.
Un ulteriore aspetto che si sta indirizzando verso la semplificazione tecnica è quello riguardante il monitoraggio strumentale del paziente, che pure non è necessariamente richiesto in tutte le tecniche di sedazione cosciente.
In conclusione, sembra che tutti gli sforzi nell’innovazione siano volti ad un innalzamento del comfort percepito tanto dal paziente, quanto di chi effettua la prestazione clinica. Al di là di questo, seguire gli sviluppi può rappresentare una grossa opportunità per i professionisti, soprattutto nell’ambito della sedazione farmacologica, senza dimenticare i vantaggi che già attualmente sono offerti dalla forma inalatoria.
Scarica le raccomandazioni: http://gpconforti.it/download/sedazione_cosciente.pdf