Lo studio di un caso ortodontico su modello prevede convenzionalmente la determinazione della forma dell’arcata e la misurazione della distanza intercanina o intermolare. Confrontando l’operato di diversi clinici, la fase potrebbe essere esposta a errori e distorsioni in termini di riproducibilità.
Alcuni autori sostengono che la digitalizzazione dei modelli possa aumentare l'accuratezza, la validità e l'affidabilità delle misurazioni. La determinazione digitale della forma dell'arcata e dell'occlusione finali aumenterebbe anche l'efficacia degli apparecchi ortodontici.
La metodica clear aligner probabilmente più nota e diffusa è abbinata a un software che prevede appunto la determinazione su modello virtuale di posizione dei denti, riduzione interprossimale, posizione degli attacchi e overcorrezioni. Secondo lo studio di Nouri del 2016, l’impiego del software favorirebbe il fit dell’apparecchio sull’arcata e incrementerebbe la concordanza tra ortodontisti.
Più recentemente, lo studio di Hadadpour e colleghi si è proposto di rinforzare (o eventualmente rimettere in discussione) tali evidenze, valutando l'accuratezza della previsione della forma dell'arcata dopo il trattamento ortodontico e di valutare la concordanza tra 3 clinici nella previsione delle forme dell'arco post-trattamento, usando la metodica convenzionale e il software. L’articolo è stato pubblicato a fine dello scorso anno su American Journal of Orthodontics and Dentofacial Orthopedics.
Sono stati selezionati i modelli in gesso pre- e post-trattamento di 100 pazienti (200 modelli mascellari e 200 modelli mandibolari) trattati per malocclusioni diverse. Tre ortodontisti (dei quali è stato valutato l’accordo interosservatore) hanno selezionato gli archi meglio adattabili tra 5 archi in nichel-titanio preformati preformati del commercio, in maniera convenzionale e attraverso un software che utilizza i bracket point come riferimento per la fitness dell’arco.
I clinici hanno previsto il risultato finale del trattamento nel 50% dei casi usando il metodo convenzionale e nel 58% usando il metodo digitale. Il range di errore è risultato significativamente più elevato nel metodo convenzionale (0,425-3,853 mm): il software ha cioè nettamente ridotto la forbice (0,451-0,584 mm).
In conclusione, lo studio evidenzia la superiore predicibilità della valutazione digitale, rispetto alla metodica classica, nella previsione della forma dell'arcata post-trattamento. Il software implementa la conformità tra forma primaria e finale dell’arco e, riducendo gli errori visivi, aumenta la concordanza tra clinici.
Allo stesso tempo, l’indagine rileva un’efficacia che, in termini assoluti, non arriva comunque al 60%, dunque non estremamente elevata. I software dovrebbero probabilmente tenere conto nei loro algoritmi di ulteriori variabili, come ad esempio biomeccanica del movimento dentali, limitazioni dei tessuti molli e duri e differenze biologiche tra pazienti.
Riferimenti bibliografici