La perdita ossea conseguente a un'estrazione dentale rappresenta una sfida clinica significativa in odontoiatria. Un recente studio condotto presso la Rey Juan Carlos University di Madrid, Spagna, ha analizzato le dinamiche della perdita ossea verticale e orizzontale dopo l’estrazione. Sottolineando l’importanza della preservazione dell’alveolo per mantenere un volume osseo adeguato.
Il problema della perdita ossea post-estrattiva
Dopo l’estrazione di un dente, la cresta alveolare subisce un rimodellamento naturale, che spesso comporta una riduzione del volume osseo sia in altezza che in larghezza. Questo fenomeno può compromettere la riabilitazione protesica e implantare, rendendo necessarie procedure di rigenerazione ossea con costi e tempi di trattamento più elevati.
La preservazione dell’alveolo: vantaggi e tecniche
La preservazione dell’alveolo post-estrattivo (socket preservation) è una tecnica mirata a minimizzare il riassorbimento osseo attraverso l’inserimento di biomateriali nell’alveolo, subito dopo l’estrazione. L’impiego di materiali osteoconduttivi e osteoinduttivi, come l’osso autologo, allogenico, xenogenico o biomateriali sintetici, può favorire la rigenerazione ossea e migliorare la stabilità dei tessuti molli.
I vantaggi della preservazione dell’alveolo sono evidenti. Permettono di minimizzare il riassorbimento fisiologico della cresta alveolare. Di migliorare la gestione dei tessuti molli, prevenendo il collasso del profilo gengivale e ottimizzando l’estetica del sito post-estrattivo. Infine, di assicurare una maggiore prevedibilità implantare, con un altro beneficio. Perché mantenere una quantità di osso sufficiente per il posizionamento implantare, non richiede la necessità di innesti ossei successivi.
Implicazioni cliniche
Lo studio evidenzia come la scelta di adottare una strategia di preservazione dell’alveolo possa migliorare i risultati a lungo termine della riabilitazione implantare e protesica. E considerando le crescenti richieste estetiche e funzionali dei pazienti, un approccio preventivo alla perdita ossea post-estrattiva appare una pratica fondamentale per l'odontoiatra. L’integrazione della socket preservation nella routine clinica permette di ottimizzare i trattamenti implantari e protesici, riducendo la necessità di interventi rigenerativi più invasivi e migliorando l’esperienza complessiva del paziente.
Conclusioni
L’approccio proattivo alla gestione dell’alveolo post-estrattivo, adottato in questo studio e pubblicato su Nature, rappresenta un’opportunità per migliorare l’outcome dei trattamenti odontoiatrici, garantendo risultati estetici e funzionali ottimali. A vantaggio anche degli odontoiatri, ma soprattutto dei pazienti che possono così beneficiare di cure sempre meno invasive e più efficaci.