Oggigiorno sono disponibili impianti dotati delle più svariate caratteristiche: design, lunghezze, diametri, superfici, giunzioni impianto-abutment e piattaforme. Tutte queste variabili sono in grado di impattare sulla sopravvivenza implantare. Per questa ragione, nel tempo, alcuni modelli sono stati favoriti, altri abbandonati.
Recentemente, un gruppo di lavoro coreano ha presentato su International Journal of Implant Dentistry uno studio atto a valutare le performance cliniche di una sistematica implantare. Questa riunisce una serie di caratteristiche che gli studi degli ultimi anni indicano come favorenti l’osteointegrazione e preventive delle complicanze: impianti tissue-level, con corpo conico di 1° con design apicale pure conico di 2.5°, superficie sabbiata e mordenzata con acido (rugosità mimina Ra 2.5 um), doppia filettatura (35°x2), sezione elicoidale e connessione interna conica di 8°.
Lo studio ha valutato l’applicabilità clinica e i potenziali vantaggi della sistematica. L’analisi è stata condotta clinicamente e radiograficamente, dopo chirurgia implantare e carico protesico, e ha tenuto conto delle variabili patient-related.
Il lavoro è stato impostato secondo un modello retrospettivo: sono stati valutati pazienti trattati, tra il maggio del 2013 e il febbraio del 2015, presso il dipartimento di chirurgia orale e maxillo-facciale del National University Dental Hospital di Seoul. I pazienti inclusi, 61 in totale con un’età media di 63.7 anni, affetti da edentulia parziale o completa, erano stati riabilitati con l’inserimento complessivo di 105 fixture implantari. Il diametro maggiormente impiegato è stato quello di 4.5 mm (49%), seguito dai 4.0 mm (40%); la lunghezza più comune è quella di 8.5 mm (60%).
Il follow-up radiografico è stato raccolto su ortopantomografie, eseguite a 3 mesi dall’inserimento dell’impianto, quindi a 3 mesi dal carico protesico, poi a 1 anno, infine a 5 anni da questo. Su questo supporto è stata rivalutata la perdita di osso marginale, analizzata poi tramite paired t test.
Due impianti sono andati incontro a fallimento, il che fissa il tasso di successo a 5 anni al 98.1%. I rimanenti sono stati tutti considerati osteointegrati. A 3 mesi dalla chirurgia, è stato rilevato un marginal bone loss medio di 0.25 ± 0.71 mm sul lato mesiale dell'impianto e di 0.15 ± 0.69 mm su quello distale. A 3 mesi dal carico, 0.67 ± 1.28 e 0.46 ± 0.90 mm, a 1 anno 0.85 ± 0.89 e 0.69 ± 0.99 mm, infine a 5 anni 0.90 ± 0.61 e 0.74 ± 0.75 mm, rispettivamente.
Gli autori hanno concluso affermando che il sistema considerato, conico, tissue-level, con superficie sabbiata e acido-mordenzata, ha mostrato prestazioni notevoli in una varietà di situazioni cliniche, in entrambe le arcate, in casi di edentulia parziale o completa e anche in siti di impianto falliti e pazienti osteoporotici e compromessi sul piano della salute sistemica.
Riferimenti bibliografici