Il Governo, con la nuova Legge di Stabilità 2017 introdurrà, come previsto dalla Delega Fiscale (legge 23/2014), una nuova rimodulazione dell’imposizione sui redditi di impresa, la IRI, tassa sul reddito d’impresa per le società di persone, i professionisti, i lavoratori autonomi e gli artigiani.
La IRI 2017 è un’unica Imposta sul Reddito Imprenditoriale che verrà applicata sia al reddito d’impresa, soggetto ora all’IRES, che al reddito di lavoro autonomo, ora soggetto a IRPEF.
Questa semplificazione fiscale consente di assimilare i redditi d’impresa e i redditi di lavoro autonomo sotto un unico trattamento fiscale, in modo che le persone fisiche che svolgono un lavoro autonomo (anche sotto forma di studio associato o personale, o attività di impresa) possano far confluire il reddito aziendale nel proprio reddito personale che oggi è soggetto all’IRPEF con aliquota progressiva, che per redditi superiori a € 75.000 può arrivare fino al 43%.
L’IRI genererà quindi una differenza di trattamento fiscale rispetto alle società di capitali, per le quali il reddito non distribuito è tassato con imposta proporzionale IRES pari al 27,5%.
Questa revisione fiscale potrebbe consentire, anche a chi ha una ditta individuale o una società di persone, di pagare le tasse separando il reddito dell’impresa da quello personale come avviene già per gli azionisti delle SPA.
“L’IRI – spiega Franco Merli, commercialista consulente di ANDI Genova – è una flat tax per il reddito lasciato in impresa. Il reddito prodotto dall’azienda sarà tassato su due binari: da un lato con l’IRI per quello reinvestito in azienda che sarà tassato con l’aliquota del 24%, mentre per quello prelevato dal professionista o imprenditore sarà tassato secondo le aliquote Irpef progressive dal 23% al 43%”.
In questo modo, il Governo cercherà di incentivare gli imprenditori a reinvestire i proventi nell’azienda o nel lavoro autonomo, in modo da rafforzare soprattutto il patrimonio delle piccole imprese.