Chi ha scelto di seguire la vocazione del camice bianco iscrivendosi a un’università straniera e ora vuole trasferirsi in Italia, non dovrà sostenere il test d’ingresso per l’ammissione al primo anno. Lo ha stabilito una sentenza del Consiglio di Stato in adunanza plenaria. Secondo i giudici, “una limitazione, da parte degli Stati membri, all’accesso degli studenti provenienti da università straniere per gli anni di corso successivi al primo della Facoltà di medicina e chirurgia – riporta la sentenza – si pone in contrasto con il principio di libertà di circolazione”.
Se il quiz non è dunque obbligatorio per chi vuole tornare in Italia dopo aver iniziato l’esperienza universitaria all’estero, la sentenza chiarisce che gli atenei devono effettuare “un rigido e serio controllo” sul percorso formativo degli studenti. Mentre è da escludersi “una generalizzata prassi migratoria – chiariscono i giudici – sulla base dell’indefettibile limite dei posti disponibili per il trasferimento”.Da parte dell’ateneo deve esserci “il potere-dovere di concreta valutazione del ‘periodo’ di formazione svolto all’estero e salvo altresì il rispetto ineludibile del numero di posti disponibili per trasferimento, così come fissato dall’università stessa per ogni accademico in sede di programmazione, in relazione a ciascun anno di corso”. In conclusione, le università non potranno precludere l’iscrizione a chi chiede il trasferimento da fuori al primo anno, ma devono seguire il principio del numero programmato e della verifica del percorso formativo portato avanti fino a quel momento dallo studente ‘straniero’.
[…] test si terrà l’8 settembre […]