I nanomateriali stanno trovando impiego in diversi campi. Nell'ambito dell'odontoiatria restaurativa sembrano offrire nuove opportunità. Uno studio condotto in India, presso lo Sharad Pawar Dental College and Hospital di Wardha, ha preso in esame i miglioramenti apportati dai moderni nanomateriali alle resine composite rispetto ad altri materiali di riempimento. La revisione della letteratura, ottenuta dai database PubMed e Google Scholar, e pubblicata su Cureus, dimostra che l'aggiunta di nanomateriali alle resine composite è vantaggiosa su vari fronti.

I materiali di riempimento multifunzionali

Le resine composite sono di solito costituite da monomeri di dimetacrilato e da materiali di riempimento multifunzionali. Grazie alle loro qualità, migliorano il modulo elastico, aumentano la forza e la resistenza all'usura, riducendo la contrazione da polimerizzazione del restauro. Oltre ai macro riempitivi e ai micro riempitivi, ci sono i riempitivi micro-ibridi e i nanoriempitivi. Ed è proprio su questi ultimi che si è concentrato lo studio dei ricercatori indiani.

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I miglioramenti apportati dai nanomateriali alle resine composite

I nanomateriali hanno una dimensione che varia da 5 a 100 nanometri. Nell'odontoiatria restaurativa sono impiegati per produrre nanocompositi, cemento vetroionomerico e sigillante endodontico. Sono in grado di migliorare le proprietà meccaniche, la durata e la forza adesiva tra dentina e restauro. Tuttavia, sono anche altri gli effetti positivi apportati ai restauri eseguiti con resine composite contenenti nanomateriali.

Maggior durata e resistenza alla carie secondaria

Uno studio condotto da Xiao et al. dimostra che le nanoparticelle di fosfato di calcio amorfo (NACP), di dimetilamminoesadecilmetacrilato(DMAHDM), di metacriloilossietilfosforilcolina (MPC) e d'argento hanno un effetto rimineralizzazione sulla dentina radicolare. L'aggiunta di nanoparticelle di biossido di titanio, secondo Ghahremani et al., migliora le proprietà meccaniche della resina acrilica. Nello studio di Al-Eisa et al., invece, la crescita batterica è diminuita dell'85%, grazie alle nanoparticelle di ossido di zinco, quale agente antibatterico inorganico.

Cosa resta da sapere

L'aggiunta di nanoparticelle alle resine composite comporta dunque grandi vantaggi, perché consente di migliorare la qualità del restauro, nonché di ridurre l'insorgenza della carie secondaria. Tuttavia, per i ricercatori che hanno condotto questo studio, resta ancora aperta la questione forse più importante. Stabilire quanto potranno incidere sui costi di produzione le nanoparticelle, affinché i prodotti per il restauro siano accessibili ad un ampio mercato.

Nanomateriali, migliorano l’odontoiatria restaurativa - Ultima modifica: 2023-02-14T08:56:07+00:00 da Pierluigi Altea
Nanomateriali, migliorano l’odontoiatria restaurativa - Ultima modifica: 2023-02-14T08:56:07+00:00 da Pierluigi Altea