Il successo degli impianti dentali dipende da molteplici fattori, tra cui l'estetica raggiunta e la sopravvivenza a lungo termine dell'impianto stesso. Uno degli elementi più critici per garantire questi risultati è la conservazione dell'osso crestale peri-implantare. Fattore che gioca un ruolo chiave nella stabilità e nelle performance dell'impianto nel tempo. Un recente studio, condotto presso la Hacettepe University di Ankara, Turchia, ha evidenziato l'importanza del posizionamento dell'impianto rispetto al livello dell'osso crestale. Dimostrando, seppur in un modo non ancora definitivo, come tale variabile possa influenzare lo stress che si sviluppa nell'osso stesso.

Obiettivi dello studio

L’obiettivo principale dello studio era analizzare le differenze di stress nell’osso crestale quando l’impianto dentale viene posizionato a diversi livelli di profondità rispetto all’osso crestale. Per ottenere una visione dettagliata di questi effetti, i ricercatori hanno utilizzato l’analisi agli elementi finiti, che permette di simulare e valutare le sollecitazioni meccaniche su materiali complessi.

Materiali e metodi

Gli autori dello studio hanno realizzato tre modelli per valutare l’impatto del posizionamento dell’impianto: uno a livello dell’osso crestale (CL), uno a 1 mm di profondità (SL-1) e uno a 2 mm di profondità (SL-2). Hanno quindi collocato gli impianti  nella regione dell’incisivo centrale superiore, un’area estetica cruciale. E applicato forze verticali e oblique di 100 N per simulare le condizioni masticatorie. Infine, hanno poi analizzato le forze secondo diversi parametri: lo stress di von Mises, lo stress principale massimo (tensile) e lo stress principale minimo (compressivo).

Risultati

Il modello CL, ovvero quello con l’impianto posizionato a livello dell’osso crestale, ha mostrato i valori più alti di stress sull’impianto, sull’abutment e sulle viti di connessione, sia sotto carichi verticali che obliqui. In particolare, per lo stress principale massimo nell’osso crestale sotto carico verticale, il modello SL-2 ha registrato il valore più alto (6,56 MPa), seguito da SL-1 (6,26 MPa) e CL (5,77 MPa). In condizioni di carico obliquo, lo stress più elevato è stato rilevato nel modello SL-1 (25,3 MPa), seguito da SL-2 (24,91 MPa) e CL (23,76 MPa).

Il modello CL ha mostrato costantemente il minor stress sull’osso crestale. Allo stesso tempo, però, ha registrato i valori di stress più elevati sugli altri componenti dell’impianto. Nonostante queste differenze, non sono emerse complicazioni meccaniche o fisiologiche che possano compromettere la funzionalità degli impianti.

Conclusioni

Secondo questo studio, pubblicato sul Journal of Prosthodontics, posizionare un impianto a livello crestale o subcrestale oltre lo strato corticale potrebbe aiutare a ridurre lo stress e a minimizzare la perdita di osso crestale. La scelta della profondità di posizionamento dell'impianto dovrebbe quindi essere attentamente considerata. Poiché influisce non solo sulla stabilità dell'impianto, ma anche sulla preservazione dell'osso circostante, un fattore determinante per il successo estetico e funzionale dell'intervento implantare.

Impianti, le differenze di stress nell’osso crestale in base al posizionamento - Ultima modifica: 2024-09-03T16:13:55+00:00 da Pierluigi Altea
Impianti, le differenze di stress nell’osso crestale in base al posizionamento - Ultima modifica: 2024-09-03T16:13:55+00:00 da Pierluigi Altea