In considerazione del tipo di paziente, l'obiettivo della terapia conservativa pulpare nella dentatura decidua consiste nel ripristinare l'integrità della struttura dentale, mantenere la vitalità della polpa, al fine di controllare il sintomo dolorifico e assicurare un adeguato compenso estetico e soprattutto funzionale.
Nel contempo, ci si propone di accompagnare il paziente alla permuta, rinforzando parallelamente le manovre di igiene orale in ottica di prevenzione della malattia cariosa a livello di dentatura permanente.
La pulpotomia rappresenta la procedura da attuare in caso di carie estesa con esposizione pulpare ma in assenza di interessamento apicale.
Da ormai diversi anni il Mineral Trioxide Aggregate (MTA) rappresenta il materiale di riferimento nella pulpotomia dell'elemento deciduo, essendo il suo utilizzo garantito da revisioni sistematiche e meta-analisi che ne sottolineano performance cliniche e tassi di successo. D'altra parte, anche questo prodotto presenta alcuni elementi di criticità: presenta una manipolazione complessa, esige tempi di indurimenti prolungati, incompatibili con la singola seduta, può portare a discolorazione e, infine, è un prodotto risaputamente costoso.
Il campo di sviluppo probabilmente più interessante in questo ambito della terapia conservativa, negli ultimi anni, è rappresentato dalle biodentine, silicati a elevata biocompatibilità. Cuadros-Fernández, applicando tali prodotti proprio nel contesto clinico in oggetto, ha indicato tra i vantaggi proprio maneggevolezza, setting abbreviato e costi inferiori. Una review del 2018 ha poi osservato le caratteristiche notevoli di resistenza a compressione e flessione, microhardness, push-out bond strength, capacità sigillante, e rilascio di ioni calcio.
MTA vs Biodentine: chi vince?
Un gruppo di lavoro brasiliano si è recentemente proposto di confrontare i dati disponibili nella letteratura relativi ai due materiali, valutando i relativi tassi di successo clinici e radiografici.
La revisione sistematica, pubblicata sul numero di aprile di Clinical Oral Investigations, ha sondato le principali banche dati (PubMed, Lilacs, Cochrane, Embase, Scopus, Web of Science, CINAHL, EBSCO). La ricerca iniziale, aggiornata a metà 2017, ha selezionato 5 dei 120 articoli giudicati potenzialmente rilevanti. Un update svolto a soli 6 mesi di distanza, poi, ha allargato il pool degli elementi inclusi nella meta-analisi a 9 studi.
Data l'eterogeneità dei follow-up nei diversi studi, la meta-analisi ha considerato il successo in tre momenti diversi, ossia a 6, 12 e 18 mesi. Ad ogni modo, non sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i due materiali in alcuna di queste fasi sequenziali.
In conclusione, i risultati riportati non rilevano differenze significative a favore di MTA o biodentine e, pertanto, non identificano un materiale di prima scelta. In questo senso, in attesa di indicazioni scientifiche diverse e dirimenti, si può dire venga supportata la sperimentazione, anche nell'ambito della quotidianità clinica, dei diversi prodotti di nuova generazione.
Buongiorno, vorrei sapere se possibile l’opinione degli autori sull uso di biodentina anche per l incappucciamento indiretto della polpa, senza dunque esposizione della polpa sia nei decidui che nei permanenti. Grazie mille