Il fenotipo parodontale è costituito dal morfotipo osseo, dal tessuto cheratinizzato e dallo spessore della gengiva. Le ultime due componenti, che si localizzano sopra il tessuto osseo, costituiscono quello che viene definito fenotipo gengivale.
La presenza di un fenotipo gengivale sottile è stata associata a un maggior rischio di sviluppare recessioni gengivali non solo fisiologicamente, con il passare del tempo, ma anche in conseguenza di specifiche terapie odontoiatriche, come il trattamento ortodontico.
Per aumentare e modificare il tessuto cheratinizzato e lo spessore gengivale sono state testate differenti tecniche ma non è mai stato chiarito come queste influenzino la salute parodontale e se i risultati ottenuti possano essere mantenuti nel tempo.
È stato però dimostrato che le procedure di plastica parodontale con l’utilizzo di innesti autogeni o sostituti possono aumentare significativamente il fenotipo gengivale.
Una recente meta analisi svolta da Zucchelli e coll. ha indagato l’effetto della terapia di modifica del fenotipo gengivale in relazione alle tecniche di copertura radicolare e non radicolare sulle condizioni parodontali dei denti naturali.
In particolare sono stati valutati gli approcci disponibili ed efficaci per la modifica del fenotipo gengivale. Inoltre sono stati studiati gli effetti della modifica del fenotipo per quanto riguarda la stabilità del margine gengivale nel tempo e infine i parametri relativi alla salute che definiscono i cambiamenti per la profondità del sondaggio, l’indice di placca e l’indice gengivale. Infine è stato analizzato come vengono mantenuti i risultati nel tempo.
Sono stati presi in considerazione 105 studi clinici randomizzati di cui 95 relativi alla copertura radicolare e 10 per le procedure di copertura non radicolare.
L’analisi sulle procedure ha indicato come tutte le procedure studiate (matrice dermica acellulare, matrice di collagene, innesto di tessuto connettivo) fossero in grado di aumentare significativamente il fenotipo gengivale rispetto all’intervento classico a lembo.
Nello specifico si è notato come il tessuto cheratinizzato fosse aumentato in modo significativo solamente con l’applicazione dell’innesto di connettivo e della matrice dermica.
Per quanto riguarda le procedure di copertura non radicolare è stato possibile valutare solo la quantità di gengiva cheratinizzata e, in tutti i gruppi di trattamento studiati (matrice dermica acellulare, matrice di collagene, innesto gengivale libero, tutti associati al lembo posizionato apicalmente), è stato registrato un aumento maggiore rispetto al trattamento con il solo posizionamento apicale del lembo.
In conclusione è possibile affermare che qualsiasi materiale da innesto è stato in grado di migliorare significativamente il fenotipo gengivale. Mentre il tessuto cheratinizzato, nelle procedure di copertura radicolare, è stato significativamente migliorato con l’innesto di tessuto connettivo e l’utilizzo di una matrice dermica acellulare. Nelle procedure di copertura non radicolare il miglioramento si è verificato con l’utilizzo della matrice dermica acellulare, della matrice in collagene, dell’innesto gengivale libero rispetto al solo lembo posizionato apicalmente.
L’innesto di tessuto molle autogeno si è dimostrato superiore agli altri materiali sia per quanto riguardo la quantità di gengiva cheratinizzata che per il fenotipo gengivale ricavato.