L'odontoiatria è da sempre una branca della medicina soggetta a continue evoluzioni nelle conoscenze e nella clinica. Nel campo più specifico dell’endodonzia, gli ultimi decenni sono stati segnati da un cambiamento di rotta che può essere definito epocale: sotto la spinta dei progressi tecnologici non sono solo i protocolli operativi a essere cambiati, ma addirittura tutto l’impianto terapeutico volto alla salvaguardia dell’elemento dentario.
L’introduzione di nuove tipologie di strumenti rotanti più performanti e conservativi rispetto a quelli esistenti ha, da un lato, dato la possibilità di migliorare i risultati raggiungibili nel campo della sagomatura, dall’altro introdotto una sorta di democratizzazione dell’endodonzia permettendo a non “specialisti” e soprattutto giovani di ottenere ottimi risultati nella clinica quotidiana. Inoltre, l’arrivo sul mercato di materiali da chiusura derivati dall’MTA con formulazioni più evolute e handling più semplice ha ulteriormente ampliato lo spettro di situazioni cliniche che l’odontoiatra può gestire nell’ottica del prolungamento della permanenza in bocca dell’elemento dentario.
Organizzato da Accademia Tecniche Nuove, pubblicato su Il Dentista Moderno e contestualmente sulla piattaforma e-learning ecm.accademiatn.it, il corso ECM dal titolo “Mininvasività in endodonzia” ha l’obiettivo di fornire al clinico le conoscenze e le procedure per gestire le terapie endodontiche e la restaurativa successiva con approccio mininvasivo col fine di prolungare il più possibile la permanenza dell’elemento dentario nel cavo orale.
I vantaggi di questo approccio sono: poter applicare procedure che conservino più possibile l’anatomia e la funzione originarie; la conservazione della sostanza dentale al fine di rendere possibili e comunque riuscire a procrastinare eventuale reinterventi; la possibilità di eseguire la restaurativa mediante tecniche adesive. Ne abbiamo parlato con il dottor Marco Bucci, responsabile scientifico e tutor del corso.
Dottor Bucci, in campo endodontico abbiamo assistito a un cambio di rotta epocale con l’obiettivo sempre più di salvaguardare l’elemento dentario. In quale chiave possiamo leggere i progressi tecnologici e le innovazioni di questi ultimi anni?
La chiave attraverso la quale queste innovazioni permettono di raggiungere il loro obiettivo è il concetto di mininvasività. Il paradigma di fondo è abbastanza semplice: se il clinico ha la possibilità di salvaguardare quanto più tessuto dentale possibile è molto probabile che riesca, di conseguenza, a “regalare” anni di vita al dente. Questo approccio si estrinseca in ogni fase del processo terapeutico endodontico-restaurativo. Ad esempio, la possibilità di risparmiare dentina pericervicale, come ci insegna la letteratura, è alla base della conservazione della resistenza strutturale dell’elemento. Le leghe martensitiche, con cui vengono prodotti molti strumenti rotanti, hanno la capacità di assecondare maggiormente l’anatomia originaria dell’endodonto evitando l’eccessiva eliminazione di dentina canalare. La salvaguardia della struttura dentinale innesca un circolo virtuoso che, attraverso la ricostruttiva post endodontica, giunge alla protesi che diventa adesiva e non più ritentiva. L’overlay sostituisce la corona procrastinando la protesizzazione completa.
Quali sono i vantaggi di questo approccio per il paziente e per il clinico?
Se applicato a 360°, questo approccio dà un evidente vantaggio al paziente sia in termini biologici, sia logistici ed economici. Risulta evidente e intuitivo come un modus operandi in chiave mininvasiva dia più chances al paziente di conservare la propria dentatura negli anni. Anche il clinico può trarre vantaggio da questo criterio operativo. La possibilità di mantenere l’elemento più a lungo possibile comporta la fidelizzazione del paziente alla struttura; in secondo luogo, il minor numero di passaggi e la minor invasività dell’intervento riducono il costo biologico e la possibilità di errore da parte dell’operatore.
Perché quindi un corso di Endodonzia mininvasiva?
Come in ogni cambio di rotta è necessario un riassetto della velatura, allo stesso modo l’odontoiatra che si approccia a questa “nuova” mentalità deve rivedere alcuni cardini della propria operatività; avere la possibilità di seguire un corso unitario che sia in grado di fornire una panoramica completa di tutto l’iter terapeutico endodontico-restaurativo sviscerando i diversi aspetti in relazione agli obiettivi clinici e alle evoluzioni tecnologiche che ci permettono di ottenere questi risultati, può sicuramente dare un valore aggiunto alle basi nosologiche e terapeutiche del clinico. La letteratura di cui ogni modulo è corredato permette inoltre di approfondire quegli aspetti che verranno ritenuti necessari di ulteriore analisi.
Quali sono gli obiettivi del corso? Com’è strutturato?
In questo corso l’obiettivo primario è fornire una visione completa di tutti gli aspetti correlati a un approccio mininvasivo alla clinica quotidiana.
I diversi argomenti vengono trattati in maniera approfondita da autori estremamente qualificati con preparazione specifica sul tema che di volta in volta viene affrontato. Abbiamo deciso di strutturarlo in tre moduli diversi scandendo le relative fasi principali: approccio, terapia, finalizzazione. Nello specifico: il primo modulo tratterà l’apertura di camera pulpare e il glide path; nel secondo verranno affrontati la sagomatura e il sigillo dell’endodonto; nel terzo si parlerà di ricostruzione post-endodontica e la finalizzazione protesica. Spero vivamente che tutti i lettori di questa rivista, a cui tutti siamo molto affezionati, possano apprezzare questo corso, ma soprattutto trarne informazioni e spunti per migliorare la propria pratica clinica quotidiana puntando a quell’eccellenza che contraddistingue l’odontoiatria italiana nel mondo.
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I moduli sono pubblicati su Il Dentista Moderno e contestualmente online, da febbraio ad aprile 2022, sulla piattaforma https://ecm.accademiatn.it
I moduli del corso sono stati suddivisi seguendo le diverse fasi della terapia endodontica: l’approccio alla camera pulpare e ai canali, la gestione del sistema endodontico mediante strumentazione e sigillo, la restaurativa post-endodontica con il restauro camerale e la protesizzazione.
Modulo didattico 1
Titolo: “Apertura di camera pulpare e glide path”
Docenti: Marco Bucci, Andrea Balocco, Gianluca Fumei, Giacomo Suardi, Fabio Piccotti, Luca Dusi
Modulo didattico 2
Titolo: “Sagomatura e sigillo tridimensionale del sistema radicolare – cementi bioceramici”
Docenti: Marco Bucci, Andrea Balocco, Gianluca Fumei, Giacomo Suardi, Fabio Piccotti, Luca Dusi
Modulo didattico 3
Titolo: “Ricostruzione post-endodontica – restauro protesico”
Docenti: Marco Bucci, Andrea Balocco, Gianluca Fumei, Giacomo Suardi, Fabio Piccotti, Luca Dusi