A livello di un difetto osseo postestrattivo, comincia una competizione tra osteoblasti che dal fondo vogliono riempirlo andando a depositarsi in direzione coronale e le cellule epitelioconnettivali che invece vogliono colonizzarlo da coronale verso apicale. Le cellule epitelio connettivali sono molto più veloci nella loro migrazione e riproduzione, dunque per impedire la colonizzazione da parte di queste del sito e favorire la linea cellulare osteoblastica sono necessarie delle membrane che realizzano un effetto barriera e/o space making, quando si adoperano membrane rigide in grado di dare anche una morfologia al sito. Inizialmente queste membrane venivano adoperate in solitaria, ma questo comportava un tempo di 12-18 mesi per la colonizzazione dello spazio da parte degli osteooblasti.
Con l’ arrivo dei materiali da rigenerazione, si è cominciato ad applicare una miscela di osso autologo ed eterologo nel sito, così da risparmiare tempo nella procedura di rigenerazione guitata. Questa miscela di materiale infatti ha un potenziale osteoconduttivo, vale a dire funge da scaffold per guidare la neoapposizione ossea da parte degli osteoblasti, osteoinduttivo e osteoproliferativo (proprieta questa del solo osso autologo). Inoltre questa miscela mantiene la membrana bene sostenuta.
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E’ possibile avere difetti
- Ritentivi : a tre o a 4 pareti e in questo caso la scelta verterà sull’utilizzo di materiale riempitivo + membana riassorbibile con il solo scopo di stabilizzare e proteggere il coagulo ed il materiale; questa situazione è tipica dei difetti post estrattivi e delle fenestrazioni implantari cioè esposizioni del terzo medio e apicale di un impianto
- Non ritentivi: a 2,1 parete o nel caso di ricostruzioni verticali; in questi casi c’è bisogno dell’effetto space making realizzato grazie a delle membrane non riassorbibili fissate attraverso pin d’ancoraggio che stabilizzino e creino la corretta morfologia del sito.
Proprio per queste ragioni sono state realizzate membrane diverse adatte a ciascuna situazione:
Esistono membrane non riassorbibili e membrane riassorbibili.
- Quelle non riassorbibili hanno un’anima in metallo in modo tale da poter anche essere modellate e quindi dare una forma alla rigenerazione, inoltre hanno maggiore rigidità. Hanno sicuramente un efficace effetto barriera ma se vengono esposte devono essere immediatamente rimosse altrimenti possono dar luogo ad infezioni che coinvolgono anche l’osso. Possono essere adoperate per ricostruire verticalmente l’osso. Queste membrane devono essere sempre fissate rigidamente e rimosse al termine del periodo di rigenerazione.
- Le membrane riassorbibili invece sono fatte di fibre di collagene, sono membrane di natura animale, si riassorbono in qualche mese per idrolisi o degenerazione della struttura, hanno quindi un effetto barriera per un tempo limitato, non hanno effetto space making perchè non caratterizzate dall’anima in metallo A differenza delle non riassorbibile, non presentano proprietà morfogenetiche e se vengono esposte durante la guarigione non si rischia l’infezione. La tecnica chirurgica è più semplice. Spesso non sono richiesti dei fissaggi. La membrana deve sempre essere posta ad almeno 1 mm dalle radici degli elementi adiacenti al difetto e, prima di suturare, bisogna levigare a lucido le radici dei denti adiacenti per ridurre il più possibile il rischio di infezione.