Materiali in odontoiatria restaurativa: gli adesivi “universali”

Da alcuni anni, parlando di adesivi smalto-dentinali, in ambito clinico e commerciale si fa largo uso della dicitura adesivi “universali”. Un articolo comparso tempo fa sul Journal of Esthetic and Restorative Dentistry ha fatto chiarezza su questo termine e sulle modalità d’uso di tali prodotti.

Il termine identifica gli adesivi di ultima generazione – detti anche “multi-mode” – che possono essere impiegati indifferentemente come self-etch, etch-and-rinse o tramite metodica ibrida (selective enamel etching).

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Dal punto di vista chimico, questi prodotti sono dei blend di monomeri idrofilici e idrofobici, promotori della polimerizzazione, solventi, stabilizzanti e filler. La composizione è simile a quella degli adesivi self-etch all-in-one, rispetto ai quali presentano un monomero carbossilato o fosfato (nella maggior parte dei casi il 10-MDP) in grado di formare legami ionici con il calcio dell’idrossiapatite. Indipendentemente dall’adesivo, comunque, la metodica a singolo passaggio continua a risultare la meno favorevole clinicamente.

Nonostante i miglioramenti mostrati nelle tecniche semplificate, gli adesivi universali continuano a dimostrare il tipico pattern di degradazione idrolitica. Ciò deriva dal contenuto in acqua, componente indispensabile proprio alla ionizzazione dei monomeri acidi. A riguardo, è particolarmente importante rispettare – e secondo alcuni studi – prolungare i tempi di evaporazione del solvente. Può risultare utile apporre uno strato sottile di resina idrofobica a livello dello strato ibrido. Va riportata la comparsa sul mercato di alcuni adesivi a base di etanolo: si tratta di prodotti apparentemente molto promettenti riguardo a tutti gli aspetti citati, secondo quanto si evince dai dati di laboratorio e dalle prime indicazioni cliniche.

Tornando sugli aspetti legati alla formulazione, alcuni adesivi universali contengono un silano, la cui funzione è di facilitare l’adesione al substrato vetro-ceramico. L’universalità di questi prodotti, in effetti, si osserva anche nella varietà di applicazione nell’ambito della restaurativa diretta e indiretta. Nel caso specifico, per quanto l’applicazione dell’adesivo sarebbe di per sé sufficiente dopo la mordenzatura (con acido fluoridrico), evidenze suggeriscono l’efficacia di un passaggio separato di silanizzazione. Diversi adesivi universali sono inoltre indicati nella tecnica adesiva degli elementi in zirconia, in particolare nel caso in cui questa sia trattata tramite aeroabrasione.

In conclusione, pare doveroso ribadire come la versatilità – nelle tecniche adesive ma anche nei substrati – sia un elemento caratteristico degli adesivi universali. Dall’altra parte, è altrettanto giusto ripetere anche che sono state osservate delle differenze in base al protocollo operativo scelto. In effetti, la revisione sistematica di Rosa e colleghi stabilisce che l’indicazione alla mordenzatura al fine di aumentare la forza dell’adesione risulta valida per lo smalto, ma non per la dentina. Sarà quindi da preferire la tecnica della mordenzatura selettiva dello smalto.

Materiali in odontoiatria restaurativa: gli adesivi “universali” - Ultima modifica: 2017-08-05T08:50:20+00:00 da redazione