La malattia cariosa comporta ancora oggi un peso elevato dal punto di vista socioeconomico e non solo in termini relativi: secondo il Global Burden of Disease Study, che ha sondato il ventennio 1990-2010, la carie si posiziona al primo posto per prevalenza (35.3% in entrambi i sessi) in una classifica che comprende le 50 patologie più comuni a livello mondiale. La patologia mantiene un ruolo di primo piano nel nuovo approccio alla medicina globale.
Un secondo aspetto da considerare è rappresentato dalla tendenza all'invecchiamento della popolazione, problematica assolutamente attuale nel mondo occidentale ma non esclusivamente. Il rischio di carie tende infatti ad aumentare con l'invecchiamento dell'individuo. Oltre a questo, è oramai normale per il clinico dover gestire pazienti affetti da una serie di commorbidità e in multiterapia farmacologica.
L'introduzione di database informatizzati di ambito sanitario permette oggi di accumulare grandi moli di dati, nel contempo però facilmente accessibili e utilizzabili.
Lo scorso anno Jurasic e colleghi hanno impiegato tali banche dati al fine di stimare, appunto, la prevalenza della malattia cariosa e, in più, determinare tipologie di farmaci e commorbidità a cui i pazienti si trovano esposti. L'articolo è stato pubblicato su Public Health Dentistry.
Lo studio è stato condotto secondo il modello dell'analisi retrospettiva dei dati forniti dal Department of Veterans Affairs. Il pool di pazienti è risultato assai ampio: 95850 individui, quasi tutti (92.1%) di sesso maschile e in buona parte (73.2%) di razza bianca caucasica. Età, genere e gruppo etnico rappresentano le covariate inserite nell'indagine.
Le prescrizioni mediche sono state valutate, secondo il sistema ICD-10, prima o contemporaneamente alla prevalenza di carie, lungo un periodo totale di 24 mesi. Particolare attenzione è stata dedicata ai farmaci in grado di condurre a riduzione della funzione salivare.
Il periodo medio tra la prima visita e il primo esame di follow-up è risultato pari a circa 17 mesi. Più della metà dei pazienti (56%) ha ricevuto almeno un trattamento della malattia cariosa tra i due appuntamenti. La metà di questa metà, due o più.
Considerando le commorbidità mediche, l'ipertensione arteriosa mostra una prevalenza del 65%, il disordine post-traumatico da stress si attesta intorno al 45%, così come le forme di depressione e il complesso dei dolori lombari, seguiti da una serie di patologie (diabete tipo 2, cataratta, osteoartrosi) al 30% o più e un ultimo gruppo (ansia, forme tumorali, ipertrofia prostatica benigna e broncopneumopatia cronica ostruttiva) intorno al 15-20%.
Durante il periodo di studio, al 95% dei soggetti è stato prescritto un farmaco per almeno 30 giorni: le classi principali risultano essere: farmaci per il trattamento delle dislipidemie, antidepressivi, protettori gastrici, analgesici non oppiacei e antinfiammatori steroidei.
Riferimenti bibliografici
https://onlinelibrary-wiley-com.pros.lib.unimi.it:2050/doi/full/10.1111/jphd.12292