Luce ottimale in studio

Gli occhi sono il principale strumento di lavoro dell’odontoiatra perché forniscono circa l’85% delle informazioni necessarie per svolgere al meglio la sua attività. Un’attività che il dentista effettua principalmente alla poltrona in condizioni di luce artificiale: in media 2.000 ore l’anno, vale a dire 80.000 ore nel corso di una vita professionale. Per questo è estremamente importante che le condizioni di luce dell’ambiente in cui opera siano ottimali, quindi, il più possibile simili alla luce naturale, in quantità e qualità.

Quando l’illuminazione è sbagliata

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La perdita di acuità visiva – la capacità cioè di distinguere dettagli minuti – è la conseguenza più evidente di un’illuminazione inadeguata. Attitudine che viene particolarmente sollecitata nel caso dei chirurghi-dentisti. Secondo alcuni studi, il 30% dei dentisti è vittima entro i 30 anni di una diminuzione precoce dell’acuità visiva dovuta ad affaticamento oculare, il quale si manifesta con diversi sintomi: bruciore, lacrimazione, senso di corpo estraneo, visione annebbiata o sdoppiata, difficoltà di concentrazione e cefalee.

Una luce sbagliata può, inoltre, comportare diverse conseguenze pratiche come la difficoltà a individuare i dettagli, imprecisione nei movimenti necessari ad afferrare gli strumenti, errori nell’apprezzamento dei contrasti, una maggiore difficoltà nel valutare le profondità di campo…

Ma può anche essere fonte di stress per il paziente, il quale rischia di trovarsi “abbagliato” a ogni movimento della lampada operatoria oppure affaticato dalla luce della plafoniera. Questo stress si riflette inevitabilmente sulla percezione che il paziente ha dello studio medico.

La norma europea EN 12464-1

In tema d’illuminazione, la norma europea EN 12464-1 definisce i valori dei parametri più importanti da applicare nelle tre aree previste per lo studio odontoiatrico: area operatoria, la zona del cavo orale; area pre-operatoria, una fascia esterna alla zona operatoria di circa 50 cm; area di circolazione, l’area adiacente alla zona pre-operatoria.

Per la prima, in particolare, quattro sono le caratteristiche più importanti da tenere in considerazione al fine di scegliere correttamente la lampada operatoria: l’indice di resa cromatica – il modo in cui una sorgente luminosa è in grado di far apparire naturali i colori degli oggetti che illumina – che deve essere superiore a 85/100; la temperatura di colore, il cui valore di riferimento “neutro” corrisponde alla luce del sole di mezzogiorno in una bella giornata ed è di circa 5.000 K; l’effetto scialitico – ovvero l’assenza di ombre – dove l’ombra netta proiettata dallo strumento interposto tra la luce e il campo non deve essere superiore a un cerchio di 12 mm di diametro; l’illuminamento, è importante disporre di una fonte luminosa in grado di offrire la quantità di luce necessaria per  restituire al medico informazioni precise.

Uno dei parametri da considerare per la scelta della lampada operatoria è il CRI, il modo in cui una sorgente luminosa è in grado di far apparire naturali i colori degli oggetti che illumina, che deve essere superiore a 85.

Per quanto riguarda la zona pre-operatoria, invece, è fondamentale che sia adeguatamente illuminata per rendere graduale il passaggio visivo dalla cavità orale (molto illuminata) all’area immediatamente circostante (solitamente poco illuminata), evitando così l’affaticamento visivo. La normativa, in questo caso, definisce che la zona pre-operatoria deve essere caratterizzata da un illuminamento proporzionato a quello della lampada operatoria e non inferiore a 1.000 LUX.

La zona pre-operatoria deve essere adeguatamente illuminata per rendere più graduale il passaggio visivo dalla cavità orale (molto illuminata) all’area immediatamente circostante (solitamente poco illuminata), evitando così l’affaticamento visivo.

Per l’area di circolazione, infine, l’illuminazione corretta prevede l’impiego di una plafoniera professionale che garantisca diverse prestazioni: gestione variabile dell’intensità luminosa a partire da 500 LUX; temperatura di colore > 5.000 K; indice di resa cromatica > 90; cancellazione delle zone d’ombra.

Un sistema d’illuminazione completo e integrato

Oggi il mercato propone un’ampia offerta di sistemi d’illuminazione dedicati allo studio odontoiatrico, spesso, di qualità, soprattutto quando si tratta di prodotti nati da una consolidata esperienza in tema d’illuminazione come nel caso di FARO, azienda lombarda che opera in ambito odontoiatrico dal 1948.

ALYA 2.0, interamente realizzata in Italia con tecnologia italiana, è la lampada operatoria di FARO che grazie ai LED di nuovissima generazione, riproduce al 95% lo spettro solare, permettendo di cogliere i minuscoli dettagli del campo operatorio con il minimo sforzo e garantendo una presa di colore perfetta grazie a un CRI > 97, il più alto valore mai ottenuto nel settore. ALYA 2.0 ha un ottimo effetto scialitico riducendo al minimo l’effetto ombra degli strumenti e delle barriere naturali; l’ombra netta prodotta è di 6 mm di diametro, la metà di quelli previsti per legge. L’illuminamento di ALYA 2.0 è regolabile da 3.000 a 50.000 LUX, consentendo così al dentista di lavorare compositi ed effettuare trattamenti chirurgici con una sola lampada.

Sempre da FARO, THEIATECH® rappresenta una tecnologia unica e innovativa nel settore dell’illuminazione odontoiatrica; una lampada dedicata all’area pre-operatoria che illumina una zona di lavoro dello studio dentale fino a oggi trascurata, migliorando la visibilità complessiva dell’ambiente di lavoro e, di conseguenza, la performance degli operatori.

Integrata nel braccio posteriore di ALYA 2.0, THEIATECH® è stata pensata per lavorare insieme alla luce operatoria: la regolazione del livello d’illuminamento avviene in sincrono con quello della testata in modo da garantire sempre un’adeguata illuminazione sull’intera area di lavoro, evitando l’abbagliamento creato dalla brusca variazione di luce tra le diverse zone dello studio.

SIDÈREA, infine, è la prima plafoniera FARO destinata allo studio odontoiatrico. Questo sistema d’illuminazione diretta e indiretta crea una luce multidirezionale che, attraverso il riflesso sulle pareti, permette di illuminare lo studio in maniera uniforme, evitando zone d’ombra.

Grazie alle diverse temperature di colore, SIDÈREA offre l’opportunità di creare un ambiente più rilassante o performante, a seconda delle esigenze del professionista. La regolazione dell’intensità luminosa, tramite telecomando o app, permette di adattare l’illuminamento in base alle condizioni di luce dello studio e alla tipologia di intervento.

La combinazione delle tre fonti luminose – ALYA 2.0, THEIATECH® e SIDÈREA – garantisce allo studio odontoiatrico un’illuminazione armonica ed omogenea, rispettando le normative di riferimento. Grazie al sistema di sincronizzazione brevettato FARO (PP n. IT 202017000070648) le tre fonti luminose possono lavorare in sincronizzazione, creando il giusto equilibrio di luce nello studio.

Un sistema d’illuminazione, quindi, completo e integrato che rende comodo e confortevole il passaggio visivo tra le diverse aree di lavoro, evitando stress e affaticamento per gli operatori.

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Luce ottimale in studio - Ultima modifica: 2017-10-27T15:15:00+00:00 da redazione