In un comunicato, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha consigliato ai pazienti di «ritardare l’assistenza orale non essenziale, che di solito comprende controlli periodici, pulizie dentali e cure preventive», in quanto gli studi dentistici comporterebbero un alto rischio di contagio da Covid-19.
Non hanno tardato ad arrivare le repliche dal mondo dell’odontoiatria: «Ci rendiamo conto che l’appello di OMS riguarda in particolare quei Paesi nei quali non si possono garantire le misure di precauzione e di prevenzione in atto in Italia sin dall’inizio della pandemia» dichiara il presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI), Carlo Ghirlanda. «La situazione italiana è tuttavia chiara: le indicazioni operative definite dal Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute sono efficaci e consentono lo svolgimento di ogni manovra terapeutica odontoiatrica in assoluta sicurezza per il paziente, per il personale medico e per quello ausiliario dello studio odontoiatrico. L’uso costante delle procedure e dei DPI individuati nelle indicazioni operative ministeriali rappresenta un presidio di sicurezza certo, come oggettivamente comprovato da questi mesi di ordinaria attività degli studi dentistici italiani nella Fase 2 della pandemia.»