L'autotrapianto dentale rappresenta una valida soluzione nei pazienti pediatrici con denti non recuperabili o dopo un trauma. In particolare, il trapianto di un dente malformato o danneggiato nello stesso paziente può prevenire complicanze estetiche e funzionali. Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Odontoiatria Pediatrica della Facoltà di Odontoiatria, Università di Marmara, Istanbul, Turchia, ha trattato un caso emblematico in un bambino con incisivo laterale superiore impattato e dilacerato.
Il caso clinico
Il paziente, un bambino di 9 anni, presentava un incisivo laterale sinistro superiore impattato e dilacerato. La dilacerazione, cioè la deformazione strutturale della radice, rendeva impossibile un'eruzione corretta del dente. Dopo un’attenta valutazione, l'équipe ha scelto l'autotrapianto come opzione conservativa per mantenere il dente naturale.
Procedura di autotrapianto
L’intervento ha previsto l'estrazione del dente dilacerato e la preparazione di una cavità ricevente nello stesso alveolo del paziente. Successivamente, il dente è stato inserito nella posizione corretta e stabilizzato, con un monitoraggio costante del processo di guarigione. L’uso di tecniche ortodontiche per il riposizionamento del dente è stato fondamentale per garantire un buon allineamento.
Risultati e follow-up
Dopo un follow-up di 11 anni, il dente ha mantenuto stabilità, funzione masticatoria e aspetto estetico, pur mostrando un lieve riassorbimento radicolare esterno. Il paziente non ha sviluppato segni di infezioni o mobilità dentale, e l'integrazione estetica è risultata ottimale. Questo caso dimostra come l'autotrapianto dentale possa fornire risultati duraturi anche in situazioni complesse.
Una tecnica da prendere in considerazione
L'autotrapianto di denti dilacerati in pazienti pediatrici si conferma una tecnica efficace, in grado di garantire un risultato funzionale e naturale a lungo termine. Questo approccio, se gestito con adeguato supporto ortodontico e monitoraggio, rappresenta una valida alternativa a soluzioni protesiche o implantologiche nei giovani pazienti, permettendo una buona integrazione dentale e una conservazione dei tessuti naturali. Come mostra questo studio, pubblicato sull'European Journal of Paediatric Dentistry.