La prevenzione e il controllo della patologia cariosa rappresentano senza dubbio due aspetti fra i più rilevanti nella gestione progressiva del paziente in crescita. La sigillatura dei solchi e delle fossette costituisce oramai da diversi anni una pratica preventiva fondamentale, raccomandata e applicata in tutto il mondo. Consiste nel filling delle irregolarità dello smalto tipicamente presenti sulla superficie occlusale dei molari, ma anche dei premolari e addirittura sul versante linguale di elementi anteriori.
L’Italia si pone in avanguardia nell’approccio in pedodonzia e riguardo questa procedura in particolare, dato che oramai da diversi anni il Ministero della Salute mette a disposizione dei professionisti le Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva. L’ultimo aggiornamento risale al 2013. Il vantaggio di seguire un documento di questo tipo consiste nell’agire non solo secondo uno standard operativo, ma anche rifacendosi alle evidenze scientifiche.
Per quanto riguarda l’Italia, le sigillature rientrano fra le manovre massimamente consigliate (forza della raccomandazione A) e sono supportate dal più alto livello qualitativo della Letteratura (grado dell’evidenza I). L’elemento dentario che viene indicato come primo e massimo beneficiario delle sigillature è il primo molare permanente. Viene inoltre osservato come la terapia, che interessa un range ampio di pazienti (da 5 a 17 anni) assicuri risultati migliori se condotta nel breve periodo dopo l’eruzione del dente.
Negli Stati Uniti, l’American Academy of Pediatric Dentistry ha recentemente aggiornato le proprie linee guida, non certo con il fine di rimettere in discussione le sopracitate evidenze, quanto di dare semplice conto dell’evoluzione del mercato dei materiali ad uso odontoiatrico e dei sigillanti in particolare.
Le linee guida statunitensi si riferiscono alla sigillatura sia nella dentizione decidua che permanente e si articolano in 3 raccomandazioni di grado diverso.
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La prima di queste ricalca nella sostanza le linee guida italiane, confermando il valore assoluto della metodica (rispetto quindi alla non esecuzione) nella prevenzione delle lesioni da demineralizzazione delle superfici occlusali nei bambini e negli adolescenti. Si tratta della raccomandazione con il più alto grado di evidenza.
Parlando invece di materiali, l’ultimo aggiornamento delle linee guida italiane pone i materiali a base resinosa come prima scelta, demandando l’uso dei cementi vetroionomerici a quei casi in cui risulti difficoltoso l’isolamento del campo dall’umidità.
Le linee guida statunitensi hanno invece valutato una più ampia varietà di materiali, rifacendosi alla classificazione di Anusavice, che distingue 4 tipologie: resine, cementi e sigillanti vetroionomerici, compomeri e sigillanti vetroionomerici modificati con resine. L’approccio di revisione di studi comparativi fra i diversi materiali ha fornito evidenze sufficienti agli Autori, per cui queste linee guida demandano la scelta al clinico nel momento in cui approccia il singolo caso.