La carie dentale rappresenta la patologia cronica più diffusa a livello mondiale. La sua gestione preventiva e precoce risulta efficace nell’evitare la progressiva distruzione del tessuto dentale e la successiva perdita di vitalità dentale.
Tale condizione nei denti decidui mostra un’evoluzione molto rapida, questo è dettato dall’anatomia, dal ridotto tasso di mineralizzazione e dall’alta prevalenza dei fattori di rischio.
La pulpotomia consiste nell’eliminazione dell’infezione batterica a carico della polpa tramite la rimozione della stessa che è presente nella camera pulpare, dopodiché viene posizionata una medicazione.
I materiali più utilizzati, aventi questo scopo, sono l’MTA (Mineral Trioxide Aggregate), la biodentina, il formocresol, il solfato ferrico e l’idrossido di calcio.
Ad oggi però non esiste ancora un materiale da medicazione pulpare ideale da utilizzare dopo l’esecuzione della pulpotomia dei denti decidui.
Una revisione individua il miglior materiale nei casi di pulpotomia
Una recente revisione sistematica eseguita da Bossù e coll. ha confrontato gli agenti pulpotomici per stabilire il materiale ideale da utilizzare.
Nella revisione, dopo aver valutato accuratamente i criteri di inclusione ed esclusione, sono stati presi in esame 41 articoli.
I risultati ricavati mostravano un buon esito nel tempo dopo l’utilizzo di MTA, biodentina e solfato ferrico. I materiali menzionati dunque potrebbero essere utilizzati tranquillamente per le pulpotomie, in particolare nei molari decidui per i quali gli autori avevano una quantità di dati maggiore. Tra questi l’MTA è stato valutato come il più affidabile, mentre l’idrossido di calcio ha mostrato la performance clinica meno efficiente. L’utilizzo del formocresol, a causa delle sua potenziale citotossicità e cancerogenicità, è stato sconsigliato.
Come suggerisce questo studio l’MTA sembra essere il materiale di riferimento nella pulpotomia dei denti decidui. Risultati promettenti sono stati evidenziati con l’utilizzo di biodentina. Al contrario, il formocresol dovrebbe essere evitato durante questa procedura.
Certamente nuovi studi volti in questa direzione, con campioni dimensionalmente adeguati e valutando le condizioni nel tempo, grazie a periodi di follow up importanti, potranno confermare e consolidare i risultati ottenuti.
Riferimenti bibiliografici a proposito della pulpotomia:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32204501/