Tra le strutture anatomiche accessorie del cavo orale vanno citate le ghiandole salivari maggiori e l’intero dispositivo esocrino di cui esse fanno parte. Al di là delle singole fattispecie di patologia, la salivazione può andare incontro a variazioni del flusso, che possono condizionare fortemente la salute orale. La produzione giornaliera di saliva si attesta solitamente intorno ai 500-600 ml, con un flusso basale di 0.3 ml/min (che si riduce durante il sonno) ed un flusso stimolato di 4 ml/min.
Il termine xerostomia identifica il sintomo di secchezza delle fauci, mentre l’effettiva riduzione del flusso salivare viene detta iposcialia. Tale condizione può manifestarsi nell’ambito della radioterapia o a seguito della somministrazione di farmaci: tra questi si distinguono principalmente quelli ad azione anticolinergica (fra i quali gli antidepressivi triciclici) dagli antiadrenergici (compresi beta-bloccanti). In più, si ritrova in determinati quadri di patologia: la sindrome di Sjögren, tra questi, prevede un’aggressione anticorpo-mediata a danno di alcuni epiteli ghiandolari. Una sensazione variabile di secchezza viene frequentemente riferita anche in quel particolarissimo quadro clinico che è la sindrome da bocca urente (BMS).
Il dolore rappresenta un elemento chiave nella sintomatologia odontostomatologica. Comunemente, l’odontoiatra si trova a fronteggiare la risposta a stimolazioni di tipo infiammatorio o compressivo a carico delle fibre nervose della polpa dentale e/o del legamento parodontale. Esistono tuttavia alcune sindromi algiche di tipo neuropatico, tra le quali spicca probabilmente quella interessante il nervo trigemino. La nevralgia trigeminale si caratterizza per il dolore acuto e trafittivo a comparsa improvvisa e decorrenza rapida, che colpisce solitamente la seconda o terza branca, con distribuzione dermatomerica unilaterale. Il dolore può seguire la stimolazione di punti trigger. Non è da escludere una possibile presentazione clinica atipica. Nel momento in cui si sospetti che episodi ricorrenti siano riconducibili a una effettiva sofferenza del nervo, è consigliabile confrontarsi con lo specialista neurologo, il quale potrà completare la diagnosi ed impostare la fase di trattamento. Una condizione del tutto simile si riscontra raramente a livello dei territori di distribuzione del nervo glossofaringeo (IX paio di nervi cranici).
A livello cranio-facciale e nello stesso apparato stomatognatico possono essere individuati diversi deficit della conduzione nervosa. Per quando riguarda l’azione motoria del trigemino, va ricordato il trisma, che risulta essere una possibile complicanza di alcuni interventi odontoiatrici. Per quanto riguarda il nervo faciale, invece, una delle patologie più note è sicuramente la paralisi di Bell. Per quanto riguarda i deficit sensitivi, va ricordato come alla sensibilità esterocettiva e propriocettiva, a livello dei nervi cranici (esattamente nei 3 misti) si aggiunga una sensibilità speciale, ovvero quella gustativa.