A pochi giorni dalla presa di posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulle sigarette elettroniche, con la raccomandazione di vietarne la vendita ai minori (divieto già previsto in Italia dal 2013) e l’uso nei luoghi pubblici chiusi, anche l’Istituto superiore di sanità (Iss) scende in campo, appoggiando il “rigore” dell’Oms e affermando che le e-cig “non sono innocue”.
Valutazione condivisa pure dalla Società italiana di cardiologia, che chiede maggiori paletti.
Vi è “evidenza – spiega il commissario straordinario dell’Iss, Walter Ricciardi – che la maggior parte degli utilizzatori di e-cig continuino a fumare anche sigarette tradizionali e che essi abbiano scarsi o nulli benefici in termini di riduzione delle malattie cardio-vascolari, mentre tutti gli studi di popolazione fino a oggi pubblicati mostrano in modo univoco che i fumatori che usano e-cig abbiano addirittura una minore probabilità di smettere di fumare”.
Inoltre, vi è già una “buona evidenza scientifica che le e-cig rilascino nell’ambiente emissioni di diverse sostanze tossiche per la salute umana. L’indicazione dell’OMS a evitare l’uso delle e-cig negli spazi chiusi e nei luoghi pubblici – sottolinea il commissario straordinario – è finalizzata proprio a prevenire un’esposizione significativa a queste sostanze”.