I protocolli di contenzione rappresentano uno dei grandi crucci dell'ortodontista, anche perché, essendo virtualmente indicati nella stabilizzazione di ogni paziente dopo qualsiasi tipo di trattamento, difficilmente permettono la formulazione di assunti universali. Non a caso sono descritte e implementate numerose tecniche, rimovibili – dalla famiglia delle placche di Hawley ai vacuum-formed retainer – o fisse – archi cementati su tutti gli elementi frontali, solo sugli incisivi superiori o solo sui canini inferiori. Soprattutto a livello dell'arcata superiore, poi, vengono proposte metodiche miste.
In realtà, sondando la letteratura, si possono ritrovare forme di consenso relative a procedure di contenzione. Per questo motivo, il gruppo di lavoro di Wouters, attivo tra i poli olandesi di Nijmegen e Utrecht, si è proposto di sviluppare delle linee guida pratiche alla contenzione ortodontica.
Una task force multicentrica costituita all'interno dell'associazione olandese degli ortodontisti ha formulato una serie di tematiche rilevanti, trasformati in quesiti clinici in un totale di 3 quesiti clinici (QC), qui di seguito riportati.
Domande per creare la "guida" contenzione ortodontica
- QC1:Quale contenzione post-ortodontica è la migliore a livello di arcata superiore e inferiore?
- arco superiore fisso o rimovibile (a)
- arco inferiore fermo fisso o rimovibile (b)
- tipo e materiale del filo da contenzione superiore (c)
- tipo e materiale del filo da contenzione inferiore (d)
- contenzione rimovibile superiore e inferiore (e)
Misure di outcome:
- stabilità: indice di irregolarità di Little, assestamento dell'occlusione, distanza intercuspidale e distanza molare, overjet e overbite
- probabilità di fallimento: decementazione, rottura o perdita della contenzione
- effetti avversi: sanguinamento parodontale, tasche e carie
- survival time
- soddisfazione del paziente
- QC2: Quale frequenza nei controlli è da consigliare nelle diverse forme di contenzione?
- QC3: Quali sono le responsabilità dell'ortodontista, dell'odontoiatra generico e del paziente nel successo della contenzione?
Sulla base di tali quesiti è stata condotta una ricerca (aggiornata a gennaio 2016) all'interno delle banche dati PubMed ed EMBASE: sono stati inclusi esclusivamente revisioni sistematiche della letteratura e studi clinici randomizzati, per un totale di 15 full text.
La qualità dell'evidenza rappresenta forse il principale limite riscontrato nella revisione, essendo stata valutata generalmente bassa, al più moderata.
Si considerino a questo punto i quesiti clinici meno complessi.
Per quanto riguarda il follow-up, si consiglia di pianificare il primo controllo della contenzione preferibilmente entro i primi 3 mesi dalla consegna. Successivamente, nei primi 1-2 anni, il paziente dovrà indicativamente essere visitato 1-2 volte l'anno dall'ortodontista. Da lì, potrà proseguire i controlli anche presso un odontoiatra generalista.
Considerando il tema delle responsabilità, oltre alla regolarità dei controlli e alla comunicazione tra paziente, ortodontista e odontoiatra generalista, viene sottolineata l'importanza delle informazioni fornite al paziente, anche per quanto riguarda i possibili effetti indesiderati. Si ricorda che la contenzione costituisce virtualmente una misura permanente.
Riferimenti bibliografici