Gli incisivi immaturi traumatizzati rappresentano una sfida per l'odontoiatria. Un recente studio ha valutato i risultati a lungo termine dei trattamenti endodontici su questi denti. Il Dipartimento di Scienze della Salute Orale dell'Ospedale Universitario di Leuven, Belgio, ha condotto la ricerca. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Endodontics.
Gli incisivi immaturi traumatizzati presi in esame
I ricercatori hanno analizzato 183 incisivi superiori immaturi traumatizzati trattati con pulpotomia, apecificazione o procedura endodontica rigenerativa (REP). Il follow-up è stato effettuato per un periodo compreso tra 4 e 15 anni. Utilizzando criteri clinici e radiologici standardizzati per valutare le risposte pulpari e parodontali/ossee.
I risultati osservati nel tempo
Dopo 7,3 anni, il tempo medio di follow-up, l'86,9% dei denti trattati è rimasto funzionale, mentre il 36,5% ha sviluppato risposte dei tessuti. Tuttavia, nel decretare il risultato finale, alcuni fattori sono emersi come determinanti. Lo stadio di sviluppo radicolare al momento del trauma, per esempio, è risultato un fattore significativo. I denti con una lunghezza radice inferiore a ¾ hanno mostrato un rischio più elevato di risposte dei tessuti sfavorevoli. Inoltre, il tipo di intervento endodontico ha influito sul risultato. In particolare, la procedura endodontica rigenerativa (REP) ha mostrato i risultati peggiori rispetto all'apecificazione.
Le complicanze più gravi
I ricercatori hanno osservato che la perdita del dente si è verificata nel 13,1% dei casi, in genere entro un periodo di 3,2 anni. Gli autori hanno correlato questo dato al tipo e alla complessità dell'evento traumatico, nonché allla tipologia dell'intervento endodontico. L'apecificazione ha dimostrato risultati migliori rispetto alla procedura endodontica rigenerativa (REP), e dunque minori rischi di perdita del dente.
Le conclusioni dei ricercatori
In conclusione, gli incisivi immaturi traumatizzati sottoposti a trattamento endodontico possono essere conservati in modo funzionale nel lungo periodo. Tuttavia, secondo gli autori dello studio, per ottenere risultati favorevoli è fondamentale considerare lo stadio di sviluppo radicolare, il tipo di intervento endodontico e la complessità dell'evento traumatico occorso.