I tumori odontogeni rappresentano un complesso di patologie non così raro ma nemmeno sufficientemente comune da far parte della quotidianità clinica dell'odontoiatra e, pertanto, rappresentano patologie non facilmente approcciabili dal punto di vista diagnostico. Rappresentano anche un elemento di difficoltà nella comunicazione con il paziente, che difficilmente si aspetta di sentire parole quali “tumore” in contesto come quello odontoiatrico, fonte, forse, di preoccupazioni di altro tipo. Il clinico deve pertanto mantenere un equilibrio tra la rassicurazione richiesta dal paziente e la fermezza nell'indicazione agli approfondimenti diagnostici e approcci terapeutici.
Un aspetto chiave, non solo semantico, ma di implicazione clinica, è la conoscenza dei criteri classificativi delle patologie tumorali odontogene e dei mascellari.
La prima redazione, da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, di tale classificazione, risale al 1971. Questa classificazione includeva la cheratocisti – entità clinica rilevante sia per incidenza che l'attenzione clinica che merita in virtù della sua aggressività locale – all'interno delle cisti epiteliali. Tale patologia, nel 1992, è transitata come cheratocisti odontogena tra “le neoplasie e gli altri tumori collegati ai tessuti odontogeni” e, nel 2005, ha assunto il nome di tumore odontogeno cheratocistico (KCOT). Per abitudine o per comodità espositiva, molti clinici si sono sempre riferiti alla patologia con il vecchio nome di cheratocisti.
OMS e tumori odontogeni
La quarta e ultima classificazione OMS risale al 2017 e ha visto una profonda ridefinizione del concetto di tumori odontogeni, indicati come tumori rari (rappresentanti l'1% dei tumori del cavo orale), normalmente consistenti in entità benigne ma potenzialmente ad andamento aggressivo.
La rinominata cheratocisti odontogena è stata quindi riportata tra le cisti, esattamente nel gruppo delle “cisti odontogene o non odontogene dello sviluppo”.
Altre novità rilevanti sono la ricollocazione nello stesso gruppo di cisti del tumore cistico calcificante odontogeno, l'annessione del fibro-odontoma ameloblastico alla famiglia dell'ameloblastoma e l'inclusione delle seguenti entità cliniche particolari: fibroma cemento-ossificante, carcinoma odontogeno sclerosante e carcinosarcoma odontogeno.
Volendosi soffermare sula cheratocisti odontogena, recentemente un gruppo di studio brasiliano ha considerato l'impatto epidemiologico di tali cambiamenti classificativi.
Gli autori hanno rivalutato i propri casi del periodo 1996-2016, a cui fanno riferimento in totale 200 casi. Nella prima decade, i tumori odontogeni propriamente detti sono risultati 41 (20.5% del totale). L'inserimento del KCOT a tutti gli effetti nella categoria dei tumori odontogeni nel 2005 ha determinato, nella seconda decade, un incremento di quasi il 300% della prevalenza di questi, guidati proprio dal KCOT (68 casi, 42.76%), ben staccato da odontoma (39, 24.52%) e ameloblastoma (21, 13.20%). L'ulteriore ricollocamento della cheratocisti riporterà pertanto un decremento della prevalenza dei tumori odontogeni, con importanti ripercussioni epidemiologiche e potenzialmente anche cliniche.
Riferimenti bibliografici
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6882648/
https://screening.iarc.fr/atlasoralclassifwho2.php