Durante la XII Commissione della Camera dei Deputati, il Presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI), Carlo Ghirlanda, ha affrontato il tema dei fondi sanitari integrativi e del ruolo che hanno nella sostenibilità della spesa odontoiatrica italiana.
«Come noto, si è sostanzialmente perduta la iniziale distinzione fra Fondi integrativi del Sistema Sanitario Nazionale (ex Fondi DOC) – ex art. 9 dlgs 502/92 e successive modifiche (quelli potenzialmente aperti a tutti i cittadini per erogare prestazioni integrative al Sistema Sanitario Nazionale, per il 90% prestazioni odontoiatriche, ovvero rimborsare prestazioni già ricomprese nei LEA per la sola quota a carico dell’assistito) – e gli Enti, Casse, Fondi Sanitari con esclusiva attività assistenziale e sostitutiva, nati dalla contrattazione nazionale, locale o aziendale, avvenuta tra le parti sindacali e datoriali, e normalmente Fondi “chiusi” ai quali possono aderire solo i lavoratori e, a volte, i loro familiari.» spiega Ghirlanda.
Un occhio di riguardo anche verso l’importanza degli aspetti clinici nelle cure odontoiatriche, che devono sempre essere necessarie e appropriate, senza mai dimenticare il ruolo fondamentale della prevenzione. «Un corretto impiego delle risorse detenute dai Fondi integrativi in odontoiatria – aggiunge Ghirlanda – non può quindi che essere impostato sul concetto di presa in carico e appropriatezza: appropriatezza clinica, appropriatezza organizzativa, appropriatezza temporale e appropriatezza delle conoscenze.»
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