Gnatologia: gli strumenti per la diagnosi ed il trattamento

dentista gnatologia

La valutazione gnatologica viene sempre più richiesta prima di terapie ortodontiche o grosse riabilitazioni protesiche. Questa materia si basa, innanzitutto, su di una diagnostica raffinata, che utilizza strumenti che permettono l’inquadramento del paziente, una fotografia della situazione neuromuscolare che è resa possibile grazie dall’utilizzo di raffinati mezzi e conoscenze. Verranno a tale scopo utilizzati: Elettromiografo, kinesiografo, TENS, pedana stabilometrica e polisonnigrafo.

Elettromiografo: usato anche in altri distretti corporei, nel nostro caso va a monitorare l’attività elettrica – rilevata tramite elettrodi cutanei bipolari – di coppie di muscoli masticatori, nella fattispecie due elevatori (masseteri e temporali), sternocleidomastoidei e sovraioidei.

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Kinesiografo: permette di tracciare i movimenti mandibolari nel corso di determinati esercizi, quali apertura/chiusura – normale o a massima velocità – e disclusioni, oltre che di calcolare lo spazio libero interocclusale (FWS). 

TENS: l’elettrostimolazione a basso voltaggio del V paio di nervi cranici (o meglio, della componente motoria del nervo mandibolare) permette, da una parte, di resettare lo stato di affaticamento della muscolatura masticatoria, riportandone le fibre ad una lunghezza prossima a quella ottimale e, dall’altra, induce la mandibola a compiere un movimento, dato dalla simultanea contrazione delle coppie muscolari. La TENS, dunque, si interfaccia sia con l’EMG che con il kinesiografo e risulta indispensabile all’individuazione della posizione miocentrica, ossia lo status occlusale derivante esclusivamente dalla lunghezza dei muscoli.

Pedana stabilometrica: i disordini dell’ATM possono rientrare in quadri più ampli, meritevoli di approfondita analisi posturologica. La pedana è uno degli strumenti con cui tale indagine può essere condotta.

Polisonnografia: è attualmente in fase di studio la correlazione tra problematiche occluso-articolari e apnee notturne, soprattutto nell’ambito della sindrome ostruttiva detta OSAS.

Dal punto di vista terapeutico, ad oggi, si tende a demandare la fase del trattamento alle diverse Scuole specialistiche, che attuano approcci diversi, basati su diverse evidenze scientifiche fin qui note. Esiste, da questo punto, una concordanza sui benefici dati dall’utilizzo di dispositivi intraorali (siano essi semplici bite ,che ortotici). In alcuni casi, ma, tendenzialmente, dopo una mancata remissione, si ricorrerà a terapie via via più invasive, che vanno dalla coronoplastica di determinati elementi dentari (unica potenziale alternativa alla placca occlusale, laddove non si riesca ad ottenere lo spazio necessario a posizionare quest’ultima), fino alla chirurgia dell’ATM (artrocentesi a due vie o artroscopia).

Quella presentata in questi due giorni è una marginale carrellata, un pamphlet, delle basi teorico-pratiche della gnatologia neuromuscolare. A nostro avviso, potrebbe, tuttavia, essere utile a coinvolgere nuovi clinici, di “vecchia” e “nuova” formazione, in questa disciplina estremamente stimolante, tanto dal punto di vista, solo apparentemente astratto, della ricerca, quanto da quello della quotidianità clinica.


La necessità di aggiornamento, di una visione d’insieme e globale della nostra professione, sarà certamente uno dei motivi che potrà spingervi a presenziare al congresso internazionale Innovazione, sostenibilità e stili di vita, organizzato da “Il Dentista Moderno” per il 3 luglio 2015 presso l’hotel Marriott di Milano.


Gnatologia: gli strumenti per la diagnosi ed il trattamento - Ultima modifica: 2015-06-09T08:30:52+00:00 da redazione