Francesco Cairo: fare bene le cose giuste

Offrire al paziente parodontale cure odontoiatriche basate su una solida evidenza scientifica, riproducibili e predicibili, per salvare i denti naturali: è questo il principale obiettivo verso cui convergono le molteplici attività svolte dalla Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), che, come spiega il Presidente in questa intervista, supporta i professionisti dell’odontoiatria nella pratica quotidiana con linee guida costantemente aggiornate per garantire trattamenti efficaci e di altissima qualità.

Da un lato c’è la parodontite, subdola e silenziosa minaccia della salute orale che in fase iniziale provoca scarsi sintomi e, proprio per questo, spesso viene trascurata; eppure, se non viene arrestata per tempo, progredisce e mina nel profondo l’insieme delle strutture che circondano il dente, fino a causarne la perdita, senza appello. Dall’altro ci sono solide realtà scientifiche come la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, nonché clinici e studiosi di lunga esperienza come il professor Francesco Cairo, Presidente SIdP nel biennio 2024/2025, che nel tempo hanno contribuito ad affinare strumenti realmente efficaci per contrastare la parodontite, trattamenti basati su studi e ricerche costantemente aggiornati, dove l’evidenza scientifica è premessa necessaria affinché la terapia parodontale possa essere di elevatissima qualità. Studiosi che tramite congressi di rilevanza nazionale e internazionale rendono partecipi i colleghi delle nuove possibilità, divulgando anche tra i cittadini le buone regole della prevenzione e della cura.

Professor Cairo, è ancora così tanto diffusa, oggi, la parodontite?

Francesco Cairo
Francesco Cairo, Presidente SIdP per il biennio 2024/2025

Purtroppo, sì, e i dati lo confermano. Circa il 40-50% della popolazione italiana è affetto da parodontite, il 10-12% in forma grave, ossia già al III e IV stadio, condizioni che mettono a forte rischio la possibilità di preservare i denti naturali. Questa patologia, se non adeguatamente curata, oggi rappresenta la principale causa della perdita degli elementi dentari in età adulta ed è in grado di provocare uno stato di infiammazione a livello sistemico che può avere conseguenze anche importanti. Basta pensare, ad esempio, alle recenti acquisizioni scientifiche sulla correlazione tra parodontite e malattie cardiovascolari o metaboliche, come il diabete. Eppure, nonostante ormai vi siano valide opzioni per la terapia della parodontite, alla maggior parte dei pazienti parodontali viene proposto, forse spesso con eccessiva leggerezza, un trattamento drastico come l’estrazione dei denti. C’è addirittura una buona parte di cittadini che non viene trattata del tutto: solo l’8-9 % degli italiani, infatti, riferisce di aver ricevuto terapie gengivali. Se dovessi riassumere, direi: molta malattia, poca terapia. La priorità, invece, dovrebbe essere attuare tutte le migliori cure possibili per contrastare l’infezione parodontale.

In questo contesto, come si muove la SIdP?

La SIdP oggi è tra le società scientifiche più considerate a livello internazionale.
Durante il biennio della mia presidenza, iniziato a gennaio 2024, abbiamo puntato sull’eccellenza e sull’evidenza, richiamando l’attenzione sulla solida base scientifica dei nostri trattamenti, che sono non solo riproducibili, ma anche facilmente attuabili nelle realtà cliniche quotidiane. In un settore dove la rapidità di intervento è spesso prioritaria, noi ci concentriamo sulla qualità delle terapie, che devono essere eseguite nei tempi giusti e, aggiungo, senza farsi condizionare dall’assillo del fatturato. Come direbbe il cantautore Fabrizio De Andrè, in un mondo dove estrarre i denti compromessi prima possibile per sostituirli con impianti è pratica sempre più diffusa, noi andiamo “in direzione ostinata e contraria”, ossia puntiamo prima di tutto a salvare i denti e a rispettare la salute dei pazienti, dedicando loro tutte le attenzioni necessarie. Il vero marketing della professione odontoiatrica, a nostro avviso, è fare bene le cose giuste, per citare il past president SIdP Antonio Carrassi, senza farsi condizionare dai limiti temporali imposti dalla fretta. Capisco che molti colleghi abbiano la necessità di incrementare la propria attività, ma penso che la redditività dello studio odontoiatrico debba essere una conseguenza della qualità delle terapie e non solo della quantità di trattamenti eseguiti. Un approccio etico e attento alla salute del paziente non solo porta a migliori risultati clinici, ma crea un forte legame di fiducia, che poi si rivela il migliore strumento di promozione per la propria attività.

Quali sono le novità più promettenti in parodontologia?

La EFP, Federazione Europea di Parodontologia, ha sviluppato linee guida basate su evidenze scientifiche di altissimo livello, alle quali ho contribuito come ricercatore nel 2019, che definiscono chiaramente i protocolli e i trattamenti da seguire per i pazienti con parodontite, un core di conoscenza importante condiviso anche con il Ministero della Sanità italiano attraverso la SIdP. Vedo almeno tre nuovi pazienti alla settimana affetti da problematiche parodontali che non vogliono accettare come terapia l’estrazione dei denti. Queste persone chiedono se ci sono alternative. E spesso le alternative ci sono. Oggi, grazie alle terapie non chirurgiche più moderne, possiamo risolvere il 70% dei problemi in caso di parodontite. I pazienti vengono sottoposti a protocolli che prevedono sedute di scaling e root planning per assicurare l’igiene in profondità, con follow-up regolari. Nel restante 30% delle lesioni, già severe o non rispondenti adeguatamente alle terapie non chirurgiche, si possono aggiungere chirurgie atte a rigenerare i tessuti persi, in modo da poter preservare i denti.
Il messaggio che teniamo a veicolare è che gran parte dei denti può essere mantenuta anche per 10- 15 anni, mentre gli impianti dentali sono indicati come ultima ratio e solo per i pazienti che ne hanno realmente bisogno. Oggi però è ancora troppo presto sia per vedere il reale impatto di questo approccio, che darà i suoi benefici nella popolazione nei prossimi 10-20 anni.

Come reagiscono i dentisti alle nuove linee guida?

Percepiscono il cambiamento con grande apertura ed entusiasmo. Il core di iscritti alla SIdP è composto da professionisti molto giovani: oltre il 40% ha 38-40 anni di età. La professione è in una fase di grande trasformazione. Dopo il Covid, aprire nuovi studi è diventato più difficile. I giovani dentisti sono già proiettati verso l’innovazione e la qualità, mentre molti dentisti storici, con attività consolidate, si guardano allo specchio e pensano a come poter migliorare. Questo upgrade, a mio avviso, passa necessariamente dalla parodontologia, nell’evoluzione della diagnosi e del trattamento della parodontite. Anche la figura dell’igienista dentale è fondamentale per il trattamento della malattia parodontale. Tutti condividiamo l’obiettivo di salvare i denti, migliorare l’estetica e realizzare terapie implantari solo se necessario e in maniera corretta, rispettando l’integrità delle strutture anatomiche. Si possono realizzare impianti perfetti nei pazienti che hanno controllato la parodontite.

Quanto tempo occorre affinché un paziente completi la terapia parodontale?

I risultati significativi si ottengono in circa due, tre mesi di terapia non chirurgica. Se è necessaria la chirurgia, servono altri sei mesi. In totale, il trattamento della parodontite, se richiede anche interventi chirurgici, si effettua in circa un anno. Una costanza che, alla fine, premia.

Nuove tecnologie: quanto sono di aiuto in parodontologia?

Per la diagnosi oggi si possono utilizzare metodiche biotecnologiche all’avanguardia, come l’analisi genetica e biomolecolare, e tecniche strumentali avanzate, come la radiografia 3D. Per la terapia possiamo contare su strumenti terapeutici di natura rigenerativa, che, se ben applicati, determinano una forte stimolazione biologica sui tessuti. Anche lo strumentario è cambiato rispetto a pochi anni fa: ci sono strumenti che tagliano in modo diverso e ausili di navigazione computerizzata che consentono di inserire gli impianti riducendo il rischio di danneggiare le strutture anatomiche circostanti.
Ma per noi il razionale della terapia resta sempre più importante delle tecnologie. Il nostro approccio ai pazienti è basato su una solida conoscenza biologica che guida ogni decisione.

Come è strutturata la SIdP e quali sono le principali iniziative in atto?

La SIdP è organizzata con un consiglio direttivo e una serie di commissioni dalle funzionalità diverse. La commissione scientifica coordina la parte scientifica. La commissione esaminatrice per il board SIdP esamina i colleghi che vogliono essere riconosciuti come esperti in parodontologia e che potranno diventare nuovi soci attivi. La commissione editoriale si occupa invece della comunicazione. Abbiamo un’assemblea di circa 3.000 iscritti, con 120-130 soci attivi che eleggono le cariche.
Tra le iniziative in programma c’è il progetto realizzato con la Cao: Gengive sane per salvare il sorriso - la terapia delle parodontiti, che ha per obiettivo divulgare a tutti gli odontoiatri italiani le linee guida internazionali della terapia delle parodontiti, mostrandone l’effetto nella pratica clinica quotidiana. Sono stati inoltre avviati progetti di ricerca e collaborazioni con altre società scientifiche perché oggi sappiamo che esiste una forte correlazione tra la parodontite e le malattie sistemiche e quindi è necessario un approccio multidisciplinare .
Vista la stretta connessione tra parodontite, infiammazione e rischio cardiovascolare, con la Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) abbiamo dato vita al progetto Parodontite e Sindrome Metabolica, volto ad approfondire le conoscenze dei professionisti sanitari sull’importanza del controllo dell’infiammazione gengivale per la gestione dei rischi cardio-metabolici e per favorire un approccio multidisciplinare per la gestione dei pazienti affetti da sindrome metabolica e parodontite. Analogamente, il Progetto HyPerio, avviato in collaborazione con la Società Italiana Ipertensione Arteriosa (SIIA), promuove linee guida pratiche per il paziente con ipertensione e parodontite.
Il progetto SIdP-SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia) è dedicato invece al tema della terapia anti-riassorbitiva nel paziente osteometabolico con parodontite.
I farmaci anti-riassorbitivi, prescritti per trattare l'osteoporosi e alcune patologie oncologiche, possono causare la complicanza detta osteonecrosi dei mascellari farmaco-correlata (MRONJ). Eppure, mancano linee guida specifiche per i pazienti con parodontite che assumono tali farmaci. Il progetto SIdP-SIOT vuole fornire raccomandazioni cliniche per trattamenti sicuri e informare i cittadini sulla necessità di mantenere la salute parodontale
e orale per poter attuare le terapie atte a ridurre il rischio di progressione dell’osteoporosi.

I prossimi appuntamenti importanti?

Il prossimo appuntamento imperdibile si svolgerà a Milano dal 24 al 26 ottobre: Details Make Perfection - Milan 24 è il Congresso Congiunto organizzato dalla European Association for Osseointegration (EAO) con la Italian Academy of Osseointegration (IAO) e la SIdP, un evento che consentirà di condividere le ultime novità in parodontologia e implantologia e di assistere alle relazioni di 80 speaker di fama internazionale da 16 diversi Paesi.
Un’occasione per aggiornarsi, confrontarsi e crescere insieme con l’obiettivo di migliorare la qualità delle cure offerte ai nostri pazienti. Nel 2025, dal 13 al 15 marzo, al Palazzo dei Congressi di Rimini si svolgerà il 22° Congresso Internazionale SIdP che, come spiega il titolo Aesthetics in Periodontology and Implantology, sarà interamente dedicato all’estetica ed è dedicato a odontoiatri, igienisti dentali e studenti CLMOPD e CLID.

Francesco Cairo

Professore Associato di Malattie Odontostomatologiche e titolare dell’insegnamento in Parodontologia presso l’Università di Firenze.
È direttore del Master triennale in Parodontologia e Implantologia accreditato dalla Federazione Europea di Parodontologia (EFP) presso l’ateneo fiorentino.
È inoltre responsabile dell’unità di ricerca clinica in Parodontologia e Medicina Parodontale presso lo stesso ateneo.
È il Presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP).
È il vincitore di alcuni prestigiosi premi di ricerca clinica internazionali, fra cui il premio H. Goldman della SIdP, il premio Jaccard della federazione europea di Parodontologia (EFP) e il R. Earl Robinson per la rigenerazione parodontale della Accademia Americana di Parodontologia (AAP).
È autore principale o coautore di oltre 100 articoli pubblicati su riviste internazionali e referee per le più importanti riviste di settore.

 

Francesco Cairo: fare bene le cose giuste - Ultima modifica: 2024-10-08T15:47:10+00:00 da Paola Brambilla
Francesco Cairo: fare bene le cose giuste - Ultima modifica: 2024-10-08T15:47:10+00:00 da Paola Brambilla