La Fondazione Gimbe, in occasione dell’evento internazionale Evidence Live 2018, lancia un campanello d’allarme sulla presunta formazione “Evidence based” in Italia. È stata condotta una ricerca in collaborazione con il Segretariato Italiano Studenti in Medicina (SISM), che ha preso in analisi 43 corsi di laurea di Medicina in 37 diversi atenei. Come spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, dallo studio è emerso che «nonostante l’insegnamento sia previsto dal core curriculum della Conferenza dei presidenti dei corsi di laurea di medicina e chirurgia, di fatto è ancora poco diffuso».
«Negli ultimi 25 anni le scuole di medicina di tutto il mondo hanno integrato nei curricula formativi l’Evidence-based Medicine (Ebm) core curriculum, set standardizzato di conoscenze e competenze che permette al medico di essere indipendente nella ricerca, valutazione critica e applicazione delle migliori evidenze.»
Cosa che però non sembra essere successa anche in Italia, dove «solo il 18% delle schede uniche annuali, e il 37% dei programmi analizzati, distribuiti in meno del 50% dei Corsi di laurea, riportano contenuti relativi all’Ebm. Per la loro frequenza e distribuzione, gli 8 insegnamenti identificati nelle schede e i 47 programmi sembrano risultare più da iniziative locali che dall’introduzione sistematica dell’Ebm core curriculum nella formazione universitaria del medico.»