Oramai da alcuni anni, i cosiddetti sistemi di ancoraggio temporanei (temporary anchorage devices, TADs) costituiscono un’opzione utile ad approcciare condizioni complesse, quale è ad esempio la presenza di un molare inferiore in posizione inclinata. Si tratta di una condizione abbastanza frequente, in grado di condurre a problematiche di natura parodontale, cariosa, o di andare a interferire con la pianificazione di una riabilitazione protesica. Pertanto, l’ortodontista viene a trovarsi frequentemente nella necessità di dover impostare l’uprighting di questi elementi.
Diverse sono le opzioni convenzionalmente impiegate allo scopo: Australian uprighting spring, molla a cantilever, molle di Sanders prefabbricate, molle elicoidali in nichel-titanio, push spring e sistemi di trazione integrati in dispositivi ortodontici rimovibili. Sono state anche descritte metodiche combinate all’espansione rapida del palato.
Le metodiche convenzionali presentano comunque alcuni svantaggi: possibile ingombro, tempi di trattamento prolungati estrusione dell’elemento target, movimenti reciproci delle unità di ancoraggio.
Tornando dunque ai TAD, un opzione facilmente percorribile, soprattutto considerando le esigenze in termini di spazio, consiste nelle miniviti o minimpianti ortodontici. Costruiti in titanio puro o in lega, per un diametro di 1-2 mm e una lunghezza di 8-20 mm, trovano stabilità di ancoraggio osseo per via meccanica, senza necessitare di una vera e propria osseointegrazione. Sono pertanto sfruttabili subito dopo il posizionamento e risultano facilmente rimovibili quando non più necessari. Il vantaggio principale consiste nella possibilità di fare da ancoraggio a uno più elementi di un quadrante, direttamente e senza le problematiche che, come detto, possono interessare un ancoraggio dentale. Viene inoltre riportata una maggiore soddisfazione da parte del paziente, legata all’impatto estetico più contenuto rispetto alle opzioni precedentemente elencate.
Il presente testo riporta alcuni punti della revisione sistematica, recentemente apparsa su Progress in Orthodontics, dedicata alle indicazioni di tale metodica alternativa.
Partendo da una base di 255 elementi bibliografici, gli Autori hanno considerato il full text di 32 articoli, 17 dei quali sono infine stati inclusi nella revisione. Oltre a ancoraggio e mobilizzazione diretti, due di questi articoli contemplano una forma di ancoraggio indiretto, che prevede che il dente solidarizzato al TAD venga utilizzato per l’uprighting di un terzo elemento. Se correttamente eseguita, la metodica protegge l’ancoraggio dentale dalle problematiche precedentemente citate.
L’indagine ha previsto anche la valutazione qualitativa della metodologia degli studi inclusi, la quale è risultata nel complesso mediamente ridotta: in effetti, dei 17 studi inclusi, 16 sono risultati essere case report o case series, a fronte di un unico trial clinico.
Gli Autori convengono comunque nel definire l’applicazione di minimpianti, per via diretta o indiretta e lungo tutti i 3 piani dello spazio, come un’alternativa percorribile nell’uprighting di molari inferiori inclinati o inclusi. La metodica diretta risulta più semplice e meno invasiva, ma conserva delle limitazioni in caso di molari inclinati lingualmente o ruotati, in presenza delle quali una singola forza più risultare insufficiente.
Riferimenti bibliografici