La zirconia rappresenta attualmente un materiale da restauro ampiamente utilizzato, in quanto altamente resistente, accettabilmente durevole e in grado di garantire un compenso estetico adeguato, anche nel confronto con la metallo-ceramica. Si caratterizza per il colore bianco ed è classificata come materiale semi–traslucente. Commercialmente la si ritrova in forma monolitica oppure come base per restauri stratificati. La realizzazione del restauro viene comunemente condotta tramite metodica CAD/CAM.
Si analizzi ora singolarmente l’estetica del restauro in zirconia o, meglio, del complesso restauro su dente naturale. Il colore del manufatto costituisce di certo una delle componenti più rilevanti del mimetismo. Se ne considerino le determinanti così come elencate nella recente revisione di Tabatabaian (Journal of Prosthodontics, Gennaio 2018).
Cosa determina il colore finale delle riabilitazioni in Zirconia?
In primo luogo si osservi la base, ovvero il substrato dentario. Come detto, la zirconia viene considerata materiale semi-traslucente, in quanto ha una trasmissione della luce compresa tra il 20 e il 50% attraverso il millimetro di spessore.
Oh e Kim hanno valutato l’influenza di diversi substrati, compositi da A1 ad A4, metallo e lega aurea, concludendo che solo quest’ultima potrebbe influenzare la resa cromatica con una base di 1-1.5 mm di zirconia. Lo studio in vitro di Choi e quello di Aboushelib suggeriscono che il veneering con ceramica possa ulteriormente migliorare l’effetto di masking.
Muovendosi dal core verso la superficie esterna, il secondo elemento che si incontra è il cemento. Il materiale si presta ad essere utilizzato con cementi convenzionali ma anche con cementi resinosi o vetroionomerici modificati con resina. Secondo Fazi, sono sconsigliati i cementi opachi (es. fosfato di zinco). Sempre Tabatabaian mette in discussione anche l’uso del TempBond e – a riguardo (in altre parole su monconi in titanio – Capa suggerisce l’uso di un cemento policarbossilato. Anche differenze di spessore, nell’ordine di 0.1-0.2 mm, del film di cemento potrebbero leggermente influenzare il risultato finale. Nel complesso, comunque, la zirconia risulterebbe uno dei materiali più indipendenti dalla cementazione da questo punto di vista.
Per quanto riguarda la zirconia monolitica, ancora Tabatabaian ha quantificato in 0.9 mm lo spessore minimo necessario a garantire un colore finale accettabile. Se usata come base di un restauro stratificato, la zirconia ha una trasmissione della luce inferiore al 40% attraverso 1 mm. Oltre che dallo spessore, la trasluncenza dipende da granatura e porosità, ovvero dai processi produttivi, anche e soprattutto a livello della superficie, come evidenziato da Lee.
Per quanto riguarda infine il veneering con ceramica, questo prevede l’impiego di materiali maggiormente traslucenti rispetto alla zirconia, ma compatibili con essa in termini di coefficiente di espansione termica. Anche in questo caso, lo spessore ha un ruolo fondamentale nel determinare la traslucenza ma, con esso, anche la tecnica di layering e il glaze.
Riferimenti bilbiofrafici