Il polimetilmetacrilato, comunemente indicato con la sigla PMMA, costituisce il materiale di base standard nella realizzazione di protesi totali rimovibili. Viene infatti largamente apprezzato per la facilità di manipolazione, sia nella fabbricazione della protesi che in caso di eventuali riparazioni, le caratteristiche estetiche accettabili, la leggerezza, il tutto corredato da un rapporto qualità/prezzo adeguato.
Uno dei limiti è rappresentato dalle proprietà di superficie che, secondo alcuni autori, favorirebbero a lungo termine l’adesione batterica. La stomatite da protesi, in particolare, costituisce una patologia piuttosto invalidante, relativamente comune nel portatore cronico di protesi totale. Il principale patogeno legato a tale patologia è il fungo Candida albicans, comune colonizzatore delle mucose orali che, in determinate condizioni ambientali, va incontro a disregolazione proliferativa, portando in realtà a più manifestazioni cliniche diverse.
Prevenire la stomatite da protesi
Diverse metodiche sono state proposte al fine di ovviare alla problematica: tecniche di pulizia specifica, interventi sulla composizione del materiale con incorporazione di sostanze antimicrobiche.
È stato tuttavia dimostrato come, nel caso specifico, siano principalmente ruvidità e microfratture di superficie a favorire l'adesione e la proliferazione di C. albicans e, di conseguenza, l’insorgenza della mucosite.
Per questo motivo, sono state proposte metodiche atte a implementare le caratteristiche di superficie delle protesi totali rimovibili in PMMA.
Il coating di superficie con sigillanti a base resinosa composita permette appunto l’incremento del grado di levigatezza della superficie. Più recentemente, sono stati introdotti materiali nanoriempiti, versatili perché impiegabili su protesi rimovibili, fisse e anche su restauri diretti. Concettualmente, i materiali di questo tipo sigillano la superficie esterna della protesi (o del restauro), conferendole un aspetto liscio e lucido.
Recentemente, uno studio pubblicato su Journal of Prosthodontics ha voluto indagare scientificamente – per la prima volta secondo gli autori – l’effetto di resine nanoriempite usate per il coating su materiali di base per protesi totali, auto o termopolimerizzabili.
Lo studio è stato condotto su un modello in vitro consistente in un totale di 560 campioni rettangolari di resina acrilica termo/autopolimerizzata, suddivisi su 5 gruppi. Sono stati utilizzati, infatti, 4 materiali per il coating, cianoacrilato, nano-silice e due differenti prodotti nanoriempiti. A questi è da aggiungere un gruppo di campioni non trattati, usato come controllo.
Sono stati valutati la ruvidità superficiale tramite profilometro, l’angolo di contatto (che determina la bagnabilità di una superficie) e l'adesione di C. albicans tramite metodi colturali.
I due materiali nanoriempiti hanno significativamente ridotto la ruvidità di superficie in tutti i campioni, a differenza della nano-silice (efficace solo sul materiale autopolimerizzato) e del cianacrilato (che l’ha addirittura incrementata). L’andamento dei risultati è similare anche per quanto riguarda gli altri due criteri.
Gli autori hanno pertanto concluso indicando i materiali nanoriempiti come efficaci nel ridurre l’adesione di C. albicans.
Riferimenti bibliografici
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31650649