Compositi Nanoriempiti a bassa contrazione: è ancora necessario abbattere lo smalto non sostenuto? Studio clinico randomizzato
Candidato: MARCO CUPPARI
Relatore: NICOLA SCOTTI
INTRODUZIONE
Lo scopo di questo studio è di valutare l’efficacia di un composito a bassa contrazione nel restauro di cavità con pareti di smalto non supportate da dentina. L’ipotesi è che le pareti di smalto non sostenuto possano essere mantenute quando viene utilizzato un composito con basso stress da contrazione.
MATERIALI E METODI
Sono state incluse nello studio 40 cavità con almeno una parete di smalto non sostenuta da dentina, alle quali è stato applicato un protocollo approvato dalla Commissione Etica dell’Università di Torino. Le cavità sono state poi divise in due gruppi in base al composito utilizzato per restaurarle (Venus Diamond, Heraeus, Hanau, Germany e Filtek Supreme XTE,3M ESPE, Usa). In tutti i casi le otturazioni sono state eseguite previo isolamento con diga di gomma. Il tessuto smalto dentinale cariato e infetto è stato rimosso, e in seguito sono stati registrati alcuni valori relativi alla cavità quali la profondità, lo spessore delle pareti, e l’eventuale presenza di crack smalto dentinali.
La procedura adesiva adottata prevedeva di impiegare il sistema etch and rinse 3 passaggi per tutte le cavità. La stratificazione del composito è stata effettuata con tecnica ad incrementi obliqui di spessore massimo di 2 mm. Ogni gruppo è stato poi suddiviso in altri 2 sottogruppi in base alla modalità di polimerizzazione: irradiazione ramp curing e convenzionale. Le visite di follow up sono state eseguite a 12 mesi seguendo il criterio di valutazione dell’USPHS modificato e verificando l’insorgenza di nuovi crack. I dati ottenuti durante le visite di controllo sono stati elaborati con il test chi-quadro (p<0,05).
SEQUENZA OPERATIVA
VISITA DI CONTROLLO
RISULTATI
L’analisi statistica dei parametri di valutazione USPHS non ha evidenziato una differenza statisticamente significativa né tra i gruppi né tra i sottogruppi (p<0,05). tuttavia considerando la formazione di nuovi crack è stata rilevata una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi (p=0,041). la tecnica di polimerizzazione invece non ha influenzato né la longevità né la qualità dei restauri, sebbene i valori ottenuti nel gruppo con polimerizzazione ramp curing ad un anno mostrino una distribuzone dei risultati più omogenea.
CONCLUSIONI
L’ipotesi presa in considerazione è stata parzialmente accettata in quanto, pur non avendo mostrato una differenza statisticamente significativa, il composito con basso stress da contrazione testato ha evidenziato un ottimo comportamento clinico a 12 mesi nel restaurare cavità con pareti di smalto non supportate da dentina.
SIGNIFICATO CLINICO
Questo studio mette in luce la possibilità di mantenere pareti di smalto non sostenuto da dentina se non affette da crack smaltei impiegando compositi di ultima generazione a contrazione ridotta. Questi compositi infatti, generando uno stress da contrazione molto basso ed avendo delle proprietà meccaniche simili alla dentina, possono sostenere il tessuto smalteo intatto preservandone la rigidità e l’integrità strutturale.
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO
DENTAL SCHOOL LINGOTTO
REPARTO DI CONSERVATIVA ED ENDODONZIA
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