I dolori orofaciali atipici costituiscono un compendio sindromico ampio e di notevole impegno e rilevanza clinica.
Il paziente che soffre di una di queste patologie, infatti, può lamentare un importante peggioramento della propria qualità della vita. Spesso e volentieri, poi, questi soggetti non sono in grado di inquadrare i sintomi come componenti di un’unica problematica: non è perciò immediato il fatto che essi ne riportino l’insorgenza al proprio medico di base, né tantopiù al dentista presso cui sono in cura.
L’odontoiatra, tuttavia, è la figura specialistica che più di tutte ha la possibilità di intercettare questo tipo di problematiche. Il percorso diagnostico, in alcuni di questi pazienti, può essere complesso e richiedere il consulto di altri specialisti, come ad esempio il neurologo. Allo stesso modo, il trattamento, soprattutto quando di natura farmacologica, può esulare dalle comuni aree di competenza dell’odontoiatra.
Paralisi del nervo faciale
Colpisce il motoneurone inferiore del VII nervo cranico. Può essere ben distinta dalla lesione al motoneurone superiore con un semplice esame clinico: facendo aggrottare le ciglia al paziente, la fronte rimane spianata in caso di danno al motoneurone inferiore; in caso contrario si aggrotterà.
La lesione al motoneurone inferiore del faciale è nota comunemente come “paralisi di Bell”. Si manifesta “a frigore”, cioè dopo un’esposizione al freddo, tipicamente nel corso delle mezze stagioni. Può presentarsi pure a seguito di infezioni o anche senza motivi apparenti. È stata messa in luce una correlazione con la pregressa infezione da herpes simplex.
La patologia tende a presentarsi con maggiore frequenza nei soggetti di sesso femminile intorno ai 35-50 anni. Nel 60% dei casi regredisce spontaneamente entro 3 settimane. Se invece persiste oltre i 6 mesi, c’è un’alta percentuale di probabilità che il danno sia irreversibile.
La diagnosi è innanzitutto clinica, e viene effettuata attraverso una serie di prove funzionali della motilità dei muscoli mimici. Possono essere poi necessari esami strumentali volti ad escludere diverse altre patologie neurologiche, centrali o periferiche: traumi diretti al nervo, sindrome di Guillain-Barrè e Ramsay-Hunt, accidenti cerebrovascolari, lesioni neoplastiche intracraniche, neuropatie sistemiche.
Il trattamento della paralisi di Bell, normalmente attuato nei casi più severi, prevede la somministrazione di corticosteroidi per via sistemica. Uno dei protocolli esistenti utilizza il prednisone nella misura di 1mg/kg/die. Questo tipo di trattamento rimane tuttora dibattuto in letteratura, come pure lo sono la somministrazione di antivirali o alcuni interventi neurochirurgici.
Un accorgimento estremamente importante è l’utilizzo di sistemi di protezione per il bulbo oculare, come ad esempio lacrime artificiali, dato che il muscolo orbicolare, in quanto mimico, viene interessato dalla paralisi.
Ho avut la paralisi di Bell circa 10 giorni fa e non ho ripreso ancora le funzioni , vorrei sapere se la causa puo6 essere attribuita ad una forte sensibilita che avevo ai denti sullo stesso lato della mezza faccia colpita dalla paralisi.