Ruolo dei materiali da impronta nelle infezioni crociate
Do dental impression materials play a role in cross contamination?
Shlomo M, Amir E, Colin G, et al. Quintessence Int 2011;42(10):124-130
I due lavori presentati si focalizzano sugli effetti che le tecniche di detersione e di disinfezione possono esercitare sui materiali utilizzati per le impronte e sull’importanza per i professionisti di attenersi a procedure sistemiche
A cura di Angelo Santoro e Gabriele Augusti
I materiali impiegati per la rilevazione delle impronte dentali, entrando a contatto con l’ecosistema orale, possono trasformarsi in vettori di agenti patogeni quali virus, batteri e funghi. Si ritiene che l’aderenza a procedure sistematiche di detersione e disinfezione delle impronte dentali sia bassa fra gli odontoiatri e gli odontotecnici.
Lo studio proposto ha indagato le proprietà antimicrobiche e antifungine intrinseche di alcuni dei più utilizzati materiali da impronta: un idrocolloide irreversibile (Orthoprint, Zhermack Inc.), un polietere (Impregum Penta, 3M ESPE), un silicone per addizione (Aquasil Ultra Monophase Fast Set Smart Wetting, Dentsply Inc.) e un polisolfuro (Permlastic, Kerr Corp.).
I microrganismi scelti per la sperimentazione sono stati: Enterococcus Faecalis (spesso responsabile del fallimento di trattamenti endodontici, oltre che normale commensale del cavo orale e del tratto gastro-intestinale), StaphylococcusAureus (responsabile di patologie del sistema oro-faringeo e delle alte vie respiratorie), StaphylococcusEpidermidis (saprofita della cute e delle membrane mucose) e CandidaAlbicans (agente eziologico di infezioni opportunistiche orali e genitali).
I microrganismi sono stati posti a contatto diretto con le superfici dei materiali da impronta per 60 minuti, al termine dei quali è stato aggiunto ai campioni incubati il medium di crescita batterica/fungina; per mezzo di uno spettrofotometro, la crescita dei microrganismi è stata misurata come densità ottica media, a intervalli di tempo regolari e in particolare a distanza di 24h e 7 giorni.
Per mezzo del test del contatto diretto è stato quindi possibile determinare le eventuali proprietà, qualora ve ne fossero, batteriostatiche e/o fungistatiche dei materiali da impronta.
I risultati sono stati infine sottoposti ad analisi statistica.
Gli Autori hanno rilevato esclusivamente un effetto inibitorio dei materiali sulla crescita di alcuni microrganismi; nessun effetto battericida/fungicida intrinseco è stato evidenziato, mentre E. faecalis è stato in grado di proliferare in contatto con qualunque superficie. Impregum Penta si è rivelato il materiale con il più ampio spettro d’azione, inibendo completamente la crescita di S. Aureus e S. Epidermidis a distanza di una settimana.
Impregum e Aquasil hanno mostrato una parziale attività fungistatica: entrambi hanno infatti inibito la crescita di Candida Albicans, anche se per un periodo di tempo limitato (24h); Permlastic ha invece esibito un’azione fungistatica prolungata.
Per l’alginato esaminato non si è registrato alcun effetto di contenimento della proliferazione dei microrganismi, indipendentemente dalla loro natura.
Implicazioni cliniche
I materiali da impronta non sono in grado di esplicare spontaneamente un’azione duratura ed efficace contro la proliferazione di funghi e batteri dell’ecosistema orale.
Sulla base dei risultati ottenuti, ai fini di controllare il rischio di contaminazioni crociate è necessario applicare sistematicamente dei protocolli di detersione e disinfezione delle impronte.
Procedure di disinfezione: efficacia antibatterica ed effetto sull’accuratezza dimensionale e qualità superficiale di un idrocolloide irreversibile
Disinfection procedures: their efficacy and effect on dimensional accuracy and surface quality of an irreversible hydrocolloid impression material
Rentzia A, Coleman DC, O’Donnell MJ, et al. J Dent 2011;39(2):133-140.
Gli agenti disinfettanti hanno la potenzialità di modificare le proprietà dell’ impronta o la sua compatibilità con i materiali utilizzati dal laboratorio odontotecnico per sviluppare i modelli di lavoro; sia la degradazione che la distorsione dell’impronta trattata con composti disinfettanti di nuova generazione dovrebbero essere attentamente analizzate.
Gli agenti disinfettanti impiegati nel trattamento dei materiali da impronta sono quelli ad alto e medio spettro d’azione: i primi, quali la glutaraldeide, sono in grado di disattivare le spore e qualunque altra forma di microrganismo; i secondi, ad esempio formaldeide o i composti della clorina, non agiscono sulle spore ma distruggono gli altri microrganismi, fra i quali il bacillo tubercolare.
Gli Autori hanno valutato l’efficacia di due differenti soluzioni disinfettanti sull’abbattimento della carica batterica, espressa in CFU (Colony Forming Units), di dischetti in alginato contaminati con Pseudomonas aeruginosa: l’orto-ftalaldeide 0.55% (Cidex OPA, ad alto spettro d’azione) e l’ipoclorito di sodio (NaOCI 0.5 %, spettro intermedio).
Inoltre, si sono valutati gli effetti dei disinfettanti sull’accuratezza dimensionale e la qualità superficiale (rugosità) di modelli in gesso colati da impronte in alginato (Hydrogum, Zhermack Inc.) di un modello in-vitro di bocca artificiale.
Il modello sperimentale di bocca artificiale è stato progettato con superfici ruvide e lisce, e con punti di riferimento per le misurazioni al microscopio ottico e al profilometro.
Il protocollo di disinfezione dei dischetti in alginato contaminati con Pseudomonas ha previsto l’immersione in 1) ipoclorito di sodio per 60, 120 o 180 secondi oppure 2) in Cidex OPA per 30, 45 o 60 secondi.
Le impronte in alginato della bocca artificiale prima di essere colate per la valutazione dei modelli in gesso sono state immerse per 30, 60, 90, 120, 180, 240 e 300 secondi nelle soluzioni testate.
Nessuna crescita batterica è stata rilevata dopo l’immersione dei dischetti per un tempo di almeno 30 secondi in Cidex OPA o 120 secondi in NaOCI; né la tipologia di disinfettante né il tempo di immersione hanno provocato significative alterazioni dell’accuratezza dimensionale misurata sui modelli in gesso.
Secondo l’analisi al profilometro, la ruvidità superficiale delle aree originariamente più irregolari dell’impronta (corrispondenti alle zone “ruvide” del modello di bocca artificiale) è significativamente aumentata (rispetto a impronte controllo, non disinfettate) incrementando il tempo di immersione, indipendentemente dalla tipologia del disinfettante adoperato. Tuttavia, le differenze si sono evidenziate a tempistiche d’immersione superiori a quelle necessarie per consentire l’eliminazione completa di Pseudomonas: per Cidex OPA a 60 s e per NaOCI a 300 s.
Implicazioni cliniche
L’orto-ftalaldeide è in grado di esplicare una efficace disinfezione delle impronte in un breve periodo di tempo (immersione per 30 s); essa, inoltre, è considerata un composto sicuro e maneggevole per gli operatori.