Dalla perimplantite alla perdita dell’impianto

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La perdita non immediata, bensì tardiva dell'impianto è tuttavia possibile, si verifica infatti nel 4% dei casi (1 impianto su 25) e nell'8% dei pazienti (1 paziente su 13). La perimplantite costituisce la complicanza tardiva più frequente, interessando il 15%-57% dei pazienti e l'8%-28% degli impianti.

Tale problematica è caratterizzata dall’infiammazione del tessuto connettivo perimplantare con conseguente progressiva perdita dell'osso di supporto.

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Sebbene la patologia abbia principalmente origini batteriche, numerosi fattori locali, sistemici, iatrogeni e legati ad una errata pianificazione del caso possono ulteriormente contribuire alla sua insorgenza e progressione.

Questo articolo fornisce al lettore raccomandazioni e indicazioni sulla prevenzione e la gestione delle principali complicanze chirurgiche, biologiche e tecniche, contribuendo così all'instaurazione e al mantenimento della salute dei tessuti perimplantari.

PREVENZIONE

  • Posizionamento degli impianti: il malposizionamento degli impianti può impedire l'accessibilità per un'efficace rimozione della placca. La chirurgia implantare guidata può essere una soluzione, essa offre invece il vantaggio di garantire un'adeguata igiene.
  • Rigenerazione delle carenze della cresta alveolare: questa procedura è comunemente associata a un rischio maggiore di complicanze postoperatorie, come riaperture della ferita, esposizioni dell'innesto o perdite dell'innesto/dell'impianto. Questo perché il riempimento incompleto dei difetti nei siti implantari a seguito di innesto simultaneo, ha dimostrato di essere associato ad un aumentato rischio di infiammazione della mucosa perimplantare e conseguente perdita ossea progressiva. Pertanto, durante l'esecuzione di innesto simultaneo, occorre prestare attenzione per ottimizzare il riempimento del difetto, diminuendo così il potenziale rischio di insorgenza di malattia perimplantare

COMPLICANZE BIOLOGICHE E CHIRURGICHE

  • Condizioni dei tessuti molli: uno spessore ridotto della mucosa cheratinizzata (cioè inferiore a 2 mm) causa accumulo di placca, infiammazione dei tessuti molli e perdita di osso marginale, per questo viene riconosciuta come una delle cause più comuni di perimplantite. Numerosi studi hanno infatti evidenziato come siano state più frequentemente diagnosticate mucosite perimplantare e perimplantite in casi di siti implantari con fenotipi dei tessuti molli sottili, rispetto ai siti con fenotipi di tessuti molli spessi.

Le procedure di innesto di tessuto molle volte ad aumentare i tessuti cheratinizzati nei siti implantari migliorano la salute e la stabilità perimplantare, favorendo il mantenimento dei tessuti.

  • gestione della mucosite: sebbene la mucosite perimplantare sia una condizione reversibile, è anche considerata un precursore della perimplantite. Di conseguenza, un trattamento non chirurgico adeguato e tempestivo dei siti implantari interessati, è un prerequisito per la prevenzione della perimplantite. Se la perimplantite viene diagnosticata in una fase precoce, la terapia non chirurgica può essere sufficiente per arrestare la progressione della malattia.

Le indicazioni fornite in questo breve resoconto riguardante la prevenzione e la gestione delle principali complicanze dell’implantologia, sono utili al raggiungimento del successo implantare e al ristabilimento della salute dei tessuti perimplantari in caso di perimplantite.

Dalla perimplantite alla perdita dell’impianto - Ultima modifica: 2022-03-29T06:43:02+00:00 da redazione
Dalla perimplantite alla perdita dell’impianto - Ultima modifica: 2022-03-29T06:43:02+00:00 da redazione